Endometriosi, riconoscere i sintomi per preservare la fertilità

Sono oltre tre milioni le donne italiane che soffrono di endometriosi(*) e tra esse una su tre ha problemi di fertilità. L’endometriosi è ancora oggi diagnosticata in ritardo, mentre il suo trattamento, sia chirurgico sia farmacologico, ha registrato progressi molto significativi. «Le patologie dell’endometrio e i disordini del ciclo mestruale sono tra le principali cause di malattie nelle donne. Sono circa tre milioni le donne che in Italia soffrono di endometriosi, e di queste una su tre ha un problema di infertilità» spiega Renato Seracchioli. Professore associato al DIEMC-Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna e presidente del congresso “Endometrium – From physiology to pathologies”, organizzato a Bologna dal DIMEC e promosso dalla Fondazione Internazionale Menarini.

«Fino a dieci anni fa i dati segnalavano un ritardo nella diagnosi di 7-10 anni, fortunatamente oggi l’endometriosi viene individuata prima, anche se numerosi casi vengono scoperti con troppo ritardo» prosegue Seracchioli. «È importante che durante l’adolescenza, quindi immediatamente dopo i primi cicli mestruali, la ragazza si rivolga a uno specialista se avverte i sintomi che possono far sospettare un’endometriosi: cicli mestruali molto dolorosi, dolore dopo i rapporti sessuali o quando urina. In questi casi dovrebbe consultare un ginecologo o meglio ancora rivolgersi a un centro specializzato». Un elenco dei centri specializzati può essere consultato a questo indirizzo: http://www.apeonlus.it/wp-content/uploads/2015/02/allegato_elenco_centri_specializzati_2014.pdf
«In compenso il trattamento dell’endometriosi è migliorato tantissimo. Negli ultimi dieci anni la chirurgia ha fatto notevoli progressi e non si eseguono non più interventi a cielo aperto, invasivi, ma si procede con una chirurgia conservativa, in laparoscopia, che consente di preservare utero e ovaie e quindi di assicurare alla donna la possibilità di avere una gravidanza quando lo desidererà, sia spontaneamente sia attraverso una tecnica di fecondazione assistita. Inoltre oggi disponiamo di trattamenti più efficaci che riducono il dolore e bloccano l’endometriosi. Non abbiamo ancora il farmaco che faccia guarire definitivamente dall’endometriosi, ma possiamo utilizzare terapie che bloccano l’infiammazione e tengono sotto controllo il dolore, con progressi importanti per la qualità di vita delle donne» conclude Seracchioli.

(*) L’endometriosi è una malattia benigna, ma cronica, spesso progressiva e complessa, originata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell’utero, endometrio, in altri organi quali ovaie, tube, peritoneo e vagina provocando sanguinamenti interni, infiammazioni croniche e tessuto cicatriziale, aderenze ed infertilità. Ogni mese, sotto gli effetti degli ormoni del ciclo mestruale, il tessuto endometriale impiantato in sede anomala, va incontro a sanguinamento, nello stesso modo in cui si verifica a carico dell’endometrio normalmente presente in utero. Tale sanguinamento comporta un’irritazione dei tessuti circostanti, la quale dà luogo a formazione di tessuto cicatriziale e aderente, dove alcune cellule della mucosa uterina s’impiantano al di fuori dell’utero. I focolai di endometriosi si trovano soprattutto nel basso ventre (ovaie, intestino o vescica), più raramente in altri organi (cute, polmoni) dove vengono stimolati dagli ormoni che provocano il ciclo mestruale. Come la mucosa uterina – denominata endometrio – i focolai ciclicamente crescono e sanguinano.
I disturbi ad essa correlati comprendono la sintomatologia dolorosa principalmente legata al ciclo mestruale e diversi possibili danni a carico di organi e tessuti, che ne compromettono la buona funzionalità. Anche la sterilità può esserne una conseguenza. L’endometriosi progredisce per lo più con il passare del tempo. Continuano a formarsi nuovi focolai di mucosa, aumentando i disturbi. Ad ogni sanguinamento queste zone endometriosiche provocano una reazione infiammatoria nell’area circostante. Inoltre, particelle della mucosa aderiscono oppure infiltrano altri organi (vescica, intestino, uretere,ecc.). Questo può alterare la funzionalità degli organi colpiti e determinare sintomi tipici come dolori renali, dolori durante la defecazione o la minzione. Possono anche comparire coliche o dolori diffusi al basso ventre.
L’endometriosi è spesso dolorosa (60% dei casi) fino ad essere invalidante, con sintomi molto caratteristici: dolore pelvico cronico, soprattutto durante il ciclo mestruale (o in coincidenza con lo stesso), dolore ovarico intermestruale, dolore all’evacuazione.
È stimato che soffrono di endometriosi 14 milioni di donne nell’Unione europea, 5,5 milioni nel Nord America e 176 milioni nel mondo (dati proveniente da uno studio britannico nel 2010). In Italia una rilevazione del Census Bureau ha evidenziato che la malattia potrebbe interessare circa tre milioni di donne.

Fonte: www.associazionearianne.it/

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