Lo scompenso cardiaco è una prigione le cui pareti si chiudono gradualmente intorno al paziente che trova un impedimento crescente alle sue attività solite. Lo stesso quadro di sintomi e segni può essere sostenuto da un deficit della capacità di pompa, di contrazione, ovvero della “sistole” cardiaca, come dopo un infarto, ovvero – e questa è una condizione meno nota al pubblico e anche a una larga fetta degli operatori medici – da una malattia della “diastole” ovvero della fase di rilasciamento del cuore. In altre parole il cuore si contrae normalmente, ma è più rigido e stenta ad accogliere il sangue che proviene dagli atri. E’ lo “scompenso diastolico”, la malattia della diastole di cui è stato oggetto il Convegno “Diastole Diseased” che, grazie alla Fondazione Menarini, ha offerto l’opportunità a studiosi di livello internazionale di incontrarsi in una delle più belle città della Toscana sotto la regia di Stefano Taddei e Michele Emdin, docenti di Medicina Interna e Cardiologia presso l’Università di Pisa e la Scuola Superiore Sant’Anna e Direttori delle Unità di Medicina Interna e Cardiologia, rispettivamente presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana e la Fondazione Toscana Gabriele Monasterio. Il focus è stato sulle cause, sull’approccio diagnostico (recentemente notevolmente migliorato, con la combinazione di ultrasuoni, marcatori cardiaci e di imaging avanzato, tra cui la risonanza magnetica cardiaca) e sulle prospettive terapeutiche, un problema, ancora insoluto, che deve essere modernamente affrontato pensando l’insufficienza cardiaca diastolica non come un fenotipo unico, ma piuttosto come uno spettro di malattie, data l’eziologia diversa, il diverso grado di compromissione, e l’eventuale presenza di comorbidità, cercando un approccio medico “di precisione”, per garantire la migliore cura del singolo paziente, anche con le terapie attualmente disponibili.
Nel video:
- Michele Emdin
Responsabile Unità Medicina Cardiovascolare Istituto di Fisiologia Clinica del CNR Pisa- Stefano Taddei
Docente di Medicina Interna Università di Pisa