Genomica, terapie sempre più efficaci e selettive, avvento dell’immunoterapia stanno contribuendo in modo determinante alla riduzione dei tassi di mortalità e a un incremento dell’aspettativa di vita per gli oltre 363.000 italiani che ogni anno ricevono una diagnosi di tumore. I farmaci antitumorali però – essendo per innovatività, efficacia e costo “il crocevia delle trasformazioni dei sistemi sanitari”, come sottolineato dal direttore generale di Federsanità Anci Enzo Chilelli – riassumono alla perfezione i problemi di governance della spesa farmaceutica ospedaliera. I farmaci antineoplastici e immunomodulatori sono infatti le molecole che più incidono sulla spesa pubblica, come registra il Rapporto Osmed.
“Si prevede – ha detto al riguardo Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di sanità – che la spesa sanitaria crescerà del 20% l’anno, il 10% a causa dell’invecchiamento della popolazione e il 10% per l’arrivo di nuove cure innovative. Ma se pensiamo che in Europa solo per le prime 6 principali malattie si spende 1 trilione di euro, è impensabile che fra 10 anni si possa arrivare a 6 trilioni. Non è fiscalmente sostenibile. Bisogna rivedere il sistema e l’Iss lavorerà con l’Agenzia italiana del farmaco per definire cosa significhi veramente innovazione terapeutica, basandosi sui vantaggi per malati, medici e per lo Stato. E su questo tema sarà importante anche la riforma della Costituzione”.
Il tema fondamentale è quello delle risorse disponibili: il Governo ha previsto l’istituzione di un Fondo per i farmaci innovativi, con una copertura finanziaria complessiva, per il biennio 2015-2016, di un miliardo di euro, destinati in particolare alla cura dell’epatite C. Sul fondo nazionale per i farmaci innovativi è intervenuta Emilia Grazia De Biasi, presidente della Commissione Igiene e sanità al Senato, ricordando l’approvazione dell’emendamento a sua firma “che svincola il fondo dei farmaci innovativi dal tetto territoriale e lo rende indipendente per il 2015 e il 2016 e che può liberare risorse dando respiro alla Regioni che, con una attenta programmazione, potranno in modo più ampio rispettare il diritto alla salute.”
“Un fondo che si potrà implementare e sarà autonomo all’interno del Fondo sanitario nazionale, quindi non soggetto alle stesse regole di mercato vigenti per gli altri farmaci” ha detto ancora De Biasi, riconoscendo però che è “ovviamente impensabile che il Fondo aumenti più di tanto, ma bisogna riconvertire la spesa sulle esigenze della popolazione”. Il punto, insomma, restano sempre i soldi, dove reperirli e come farli arrivare.
Sul versante delle risorse, una proposta concreta e di pronta realizzazione è quella avanzata dall’Aiom, l’Associazione Italiana di Oncologia medica. Lo Stato ricava circa 11 miliardi di euro dalle accise del tabacco e impiega queste risorse in vario modo, ne basterebbe una piccolissima parte, anche solo il 5%, per garantire pieno accesso a tutti i malati italiani ai tanti farmaci innovativi che arriveranno sul mercato e che potrebbero cambiare le loro aspettative di vita.
Nel video:
- Emilia Grazia De Biasi
Presidente Commissione Igiene e Sanità al Senato- Nicoletta Luppi
Presidente e Amministratore Delegato MSD Italia