La cheratosi attinica, malattia della pelle legata all’esposizione solare, è stata recentemente inclusa dal Ministero della Salute tra i tumori della pelle. Per tale motivo il suo trattamento è sempre necessario: nel 60% dei casi il carcinoma cutaneo a cellule squamose si forma a partire da una cheratosi attinica.
Scarsi i dati sull’incidenza della cheratosi attinica nella popolazione italiana: l’attuale stima dell’1,5% e del 3% negli ultra-settantenni è considerata ampiamente sottostimata dagli specialisti. L’incidenza di questa patologia è leggermente più alta negli uomini, poiché essi tendono a trascorrere più tempo al sole e ricorrono meno all’uso di filtri solari.
La lesione è solo la punta di un iceberg: oltre alle cheratosi visibili sono spesso presenti lesioni subcliniche invisibili. Dal momento che non è possibile prevedere se e quale cheratosi attinica evolverà in carcinoma invasivo è importante affrontare il problema in maniera tempestiva. Tra le possibili terapie quella fotodinamica, con una percentuale di risposta positiva del 70-90%, si conferma uno dei trattamenti più efficaci.
Durante il 23° Congresso Mondiale di Dermatologia di Vancouver è stata presentata una modalità innovativa di questa terapia: la fotodinamica in day-light (D-PDT, daylight photodynamic therapy), ovvero la terapia fotodinamica, sempre in associazione al metil-aminolevulinato, attraverso i raggi del sole. La terapia sviluppata da Galderma è stata approvata nel corso di una procedura di mutuo riconoscimento che ha visto coinvolti 19 stati europei e sarà disponibile anche in Italia nei prossimi mesi.
Alcune persone devono prestare particolare attenzione quando si tratta di esporsi al sole: il rischio è maggiore per i soggetti con il sistema immunitario compromesso (trapiantati, pazienti sottoposti a terapie con immunosoppressori, affetti da malattie reumatiche o da malattie infiammatorie croniche); persone fragili (anziani); soggetti con familiarità o che già presentano cheratosi attiniche o altri tipi di tumori cutanei non-melanoma. Ma non solo: anche persone che trascorrono molto tempo all’aria aperta per motivi professionali (vigili, lavoratori edili, giardinieri, bagnini, etc.) o per motivi ludici (chi pratica sport all’aria aperta, velisti, surfisti, ecc.).
“I soggetti a rischio dovrebbero utilizzare fotoprotettori specifici e non dei comuni cosmetici per proteggere la pelle dai rischi legati all’esposizione solare. Oggi è disponibile un fotoprotettore specifico (Actinica®) un dispositivo medico che ha elevate performance protettive e che ha dimostrato di poter prevenire l’insorgenza della cheratosi attinica, spiega Giuseppe Argenziano, Professore di Clinica Dermatologica presso la Seconda Università di Napoli. La specificità di questo prodotto è dimostrata da studi condotti proprio sulle categorie più a rischio che ne hanno provato l’efficacia su un elevato numero di pazienti trattati. Altre proprietà che rendono specifico questo prodotto sono l’elevato fattore di protezione e l’indicazione delle quantità da utilizzare al fine di ottenere un filtro completo nei confronti degli ultravioletti”.
Nel video:
- Giuseppe Argenziano
Docente di Clinica Dermatologica Seconda Università di Napoli- Maria Concetta Fargnoli
Direttore Clinica Dermatologica Università dell’Aquila