Conferme positive anche nei soggetti infetti da HIV
Un’unica pillola, una sola volta al giorno, per una terapia multigenotipica, efficace in tutti i pazienti, anche i più difficili, sicura, ben tollerata e con la stessa breve durata di trattamento per la maggior parte delle terapie.
A Vienna, al 50° International Liver Congress annuale dell’European Association for the Study of the Liver (EASL), è stato presentato uno dei più vasti programmi di studi clinici sull’epatite C, con lo studio di fase 3 C-EDGE, e gli studi C-SURFER, C-SALVAGE e altri, che conferma l’efficacia dell’associazione di grazoprevir, inibitore della proteasi, ed elbasvir, inibitore dell’NS5A, due innovativi agenti antivirali diretti che hanno ottenuto recentemente lo status di Breakthrough Therapy. Grazoprevir/elbasvir, insieme, somministrati once a day in un’unica pillola, hanno ottenuto tassi elevatissimi di risposta virologica a 12 settimane in tutte le categorie di pazienti studiati, inclusi i cosiddetti pazienti “difficili”: cirrotici, con co-infezione HIV-HCV, con insufficienza renale avanzata o che in precedenza avevano fallito la terapia anche con inibitori della proteasi di prima generazione. I due farmaci multigenotipici, in un regime simmetrico, interferon-free e ribavirin-free in quasi tutti i trattamenti, presentano inoltre un elevato profilo di sicurezza e tollerabilità con scarse interazioni farmacologiche.
La terapia dell’epatite C ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, ma la ricerca non può fermarsi perché sono ancora molti i bisogni medici non soddisfatti: il cosiddetto “pill burden”, ossia l’assunzione di troppe pillole, i regimi terapeutici molto complicati, lunghi, asimmetrici ed efficaci solo su alcuni genotipi; e la gestione del paziente è ancora piuttosto complessa nelle cosiddette popolazioni ‘difficili’. A molti di questi bisogni clinici la combinazione grazoprevir/elbasvir è in grado di fornire una soluzione definitiva. In tutte le categorie di pazienti con HCV cronica trattati con grazoprevir/elbasvir sono stati raggiunti elevati tassi di risposta terapeutica, che nella maggioranza dei casi sono risultati superiori al 95%, ovvero, in più di 9 pazienti su 10 il virus è stato eradicato definitivamente.
Anche durante la settima edizione dell’Italian Conference on Aids and Retroviruses (ICAR), per la prima volta in assoluto i progressi sulle epatiti virali, in particolare l’epatite C, sono stati al centro dei lavori. Focus sui nuovi antivirali diretti, in particolare sulla combinazione grazoprevir/elbasvir, che ha dimostrato alta efficacia nel trattamento di tutti i pazienti, anche i più “difficili”.
Nel video:
- Savino Bruno
Docente Università Humanitas Rozzano Milano- Carlo Federico Perno
Docente Università “Tor Vergata” Roma- Erica Villa
Gastroenterologo Ospedale Policlinico di Modena