Ridurre i livelli di colesterolo Ldl, quello cosiddetto cattivo. È un imperativo soprattuto per le persone a rischio, come i soggetti con diabete e coloro che hanno subito un evento cardiovascolare, come un infarto.
Nuovi studi, presentati al congresso americano di cardiologia, hanno confermato che più bassi sono i valori di colesterolo Ldl e migliore è la prognosi del paziente Gli esperti riuniti al congresso dei cardiologi statunitensi hanno sottolineato come farmaci in associazione, che svolgono azioni combinate sulla diminuzione del colesterolo, determinano un’ulteriore riduzione degli eventi cardiovascolari rispetto all’utilizzo di un solo farmaco I risultati dello studio IMPROVE-IT, presentati al Congresso dell’American Heart Association (AHA) riportano che l’associazione ezetimibe/simvastatina ha ridotto significativamente gli eventi cardiovascolari rispetto alla sola simvastatina in 18.144 pazienti con sindrome coronarica acuta.
Soggetti considerati a rischio cardiovascolare molto elevato:
– con malattia cardiovascolare aterosclerotica
– con precedente infarto
– con sindrome coronarica acuta
– precedentemente sottoposti a rivascolarizzazione coronarica
– precedentemente sottoposti a bypass aortocoronarico
– con precedente ictus
– con arteriopatia periferica
– con diabete di tipo 2 o diabete di tipo 1 con danno d’organo
– con danno renale cronico
Persone che muoiono ogni anno per malattia cardiovascolare nel mondo: 18 milioni
Persone che muoiono ogni anno per malattia cardiovascolare in Europa: 4 milioni
Persone che muoiono ogni anno per malattia cardiovascolare in Italia: 224 mila
Nel video:
- Giuseppe Ambrosio
Professore di Cardiologia Università di Perugia- Gaetano De Ferrari
Professore di Cardiologia Università di Pavia- Alberto Corsini
Professore di Scienze Farmacologiche Università di Milano