Una nuova opportunità per la gestione delle maculopatie 

Sono più di un milione le persone in Italia affette da maculopatie, patologie che colpiscono la parte centrale della retina dell’occhio. Sono malattie progressive e irreversibili, ma è possibile rallentarne o addirittura bloccarne il decorso grazie a farmaci, chiamati antiVEGF, che vengono somministrati dentro l’occhio tramite iniezioni.

Fino a oggi le persone con maculopatie dovevano sottoporsi a un’iniezione una volta al mese. Un impegno che scoraggiava molti pazienti, tanto che dopo cinque anni di trattamento sei su dieci avevano abbandonato le terapie. Oggi però una nuova formulazione del farmaco aflibercept promette di cambiare la situazione.

«I risultati degli studi mostrano un miglioramento continuo dell’acuità visiva e un efficace controllo dei fluidi retinici con aflibercept 8 mg» conferma Paolo Lanzetta, Professore di Oftalmologia all’Università degli Studi di Udine e Direttore della Clinica Oculistica dell’Università di Udine. «Al termine di tre anni di studio, una percentuale significativa di pazienti trattati con aflibercept 8 mg ha raggiunto un intervallo di somministrazione finale di almeno tre mesi. Intervallo che è salito a cinque mesi nel 40% dei pazienti e a 6 mesi nel 24%».

Un intervallo di cinque o sei mesi tra una somministrazione e l’altra migliora notevolmente la qualità di vita dei pazienti, consente ai medici di dedicarsi ad altre patologie e riduce i costi per il Sistema Sanitario Nazionale. In Italia le patologie che causano ipovisione o cecità comportano un onere economico significativo, con un assorbimento di risorse stimato in circa 2 miliardi di euro all’anno.

«Aumentare l’aderenza e migliorare l’efficacia del trattamento consente di rendere le risorse più efficienti, con effetti positivi sulla salute dei pazienti e sull’intero sistema sanitario» commenta Francesco Bandello, Professore di Oftalmologia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Oftalmologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, Direttore dell’Unità di Oculistica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. «Tuttavia, considerare il farmaco come un singolo fattore produttivo limita questo progresso. Un’analisi più ampia, che tenga conto dell’impatto a lungo termine sui pazienti e sulla società, renderebbe più evidente il valore complessivo dell’innovazione. Investimenti mirati e una gestione integrata delle risorse possono rendere il sistema più sostenibile ed efficiente, con benefici concreti per tutti».

Nel video:

Paolo LANZETTA, Professore di Oftalmologia e Direttore della Clinica Oculistica Università degli Studi di Udine

Francesco BANDELLO, Professore di Oftalmologia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Oftalmologia Università Vita-Salute San Raffaele di Milano

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