Oltre 12.000 decessi ogni anno causati da infezioni da batteri resistenti. 430.000 persone ricoverate in ospedale che hanno contratto, tra il 2022 e il 2023, un’infezione ospedaliera. Antibiotici somministrati al 44,7% dei degenti, rispetto alla media europea del 33,7%.
Sono i numeri emersi da un dossier di AIFA che confermano l’Italia come “maglia nera” in Europa nel fenomeno dell’antimicrobico-resistenza, una vera e propria emergenza sanitaria globale che nel nostro Paese assume dimensioni decisamente preoccupanti.
L’antimicrobico-resistenza è tra i topic centrali che saranno affrontati ieri e oggi a Genova dagli specialisti infettivologi italiani, riuniti nel capoluogo ligure per il 14° Congresso Nazionale della SITA – Società Italiana di Terapia Antinfettiva, proprio durante la settimana mondiale per l’uso consapevole degli antimicrobici (WAAW – World AMR Awareness Week), che si celebra a livello globale dal 18 al 24 novembre.
Il fenomeno della resistenza antimicrobica (AMR) e delle infezioni ospedaliero-correlate (ICA) rappresentano un pesante onere per i sistemi sanitari e per la società, con costi annuali rilevanti dovuti alle spese sanitarie.
«L’antimicrobico-resistenza è una questione di rilevanza cruciale, una vera emergenza globale che riguarda tutti: medici ospedalieri, clinici e cittadini. I dati sono allarmanti: a livello globale, le stime indicano 5 milioni di morti all’anno, cifra destinata a crescere fino a quasi 40 milioni entro il 2050, se non verranno adottate misure adeguate. L’antimicrobico-resistenza rischia di diventare la prima causa di morte nel mondo – commenta Matteo Bassetti, Presidente SITA, Direttore Clinica Malattie Infettive Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova e Professore Ordinario di Malattie Infettive all’Università degli Studi di Genova – il problema è che i batteri resistenti, i cosiddetti “superbatteri”, sono sempre più difficili da trattare con gli antibiotici esistenti. Di fronte a queste nuove minacce, c’è un urgente bisogno di “superantibiotici”. Serve un approccio più efficace alla rimborsabilità dei nuovi antibiotici, specialmente in Italia, e una gestione più appropriata del loro utilizzo, che non significa solo ridurne l’uso, ma impiegarli in modo più mirato e consapevole».
Il Congresso SITA si connota come appuntamento nazionale di riferimento per condividere gli aggiornamenti sui temi più attuali e sulle sfide di maggior rilievo nel campo dell’Infettivologia.
Un programma fitto di interventi, articolati in otto sessioni di discussione e approfondimento per fotografare la mappa dell’Infettivologia italiana, sempre più orientata all’integrazione e alla collaborazione fattiva con colleghi di altre specialità mediche e a piani di trattamento sempre più studiati su misura per i singoli pazienti.
Uno dei temi toccati è l’infezione da SARS-CoV-2, problematica che ancora oggi lascia aperte aree di studio e di approfondimento. Gli infettivologi hanno dibattuto le recenti novità riguardanti la gestione dei soggetti immunodepressi e il futuro terapeutico dell’infezione.
Nella seconda giornata, una sessione del Congresso verrà dedicata all’infezione da HIV, che negli anni ha subito cambiamenti significativi grazie all’evoluzione della terapia ART (AntiRetroviral Therapy), attualmente costituita da semplici opzioni orali e iniettabili, e grazie anche alle misure preventive come quelle di profilassi pre-esposizione (PrEP).