La migrazione sanitaria non accenna a diminuire

Sono un milione gli italiani residenti al Sud e nelle isole che negli ultimi tre anni sono stati costretti a spostarsi dalla propria regione di residenza per sottoporsi a cure mediche, secondo i risultati dell’indagineStudio sui migranti sanitari” realizzata da EMG Different per CasAmica e presentati all’eventoMigranti della salute nell’era digitale: quali prospettive?” organizzato da CasAmica ODV e Fondazione Roche, con il patrocinato di Rotary distretto 2041 di Milano.

«Quasi il 70% dei migranti della salute intervistati ha scelto Lazio e Lombardia. Le cause di questa “migrazione” sono da ricercare nei motivi legati all’opportunità di ottenere una migliore offerta sanitaria (51%) e medici più preparati (39%) o addirittura nella concreta impossibilità di ricevere cure adeguate alla propria patologia nella regione di provenienza (32%)» ha dichiarato Stefano Gastaldi, Direttore generale CasAmica ODV. «Tutto questo ha un impatto economico notevole sulla vita dei malati e delle famiglie. Il 60% denuncia costi alti per gli spostamenti e gli alloggi e il 58% avrebbe avuto bisogno di prezzi calmierati. Oltre all’aspetto puramente economico, i migranti della salute hanno espresso anche altre esigenze come la necessità di un supporto psicologico per sé o per la propria famiglia (49%) e mezzi di trasporto per raggiungere l’ospedale (43%)».

CasAmica ODV è una organizzazione di volontariato che dal 1986 accoglie i malati costretti a spostarsi in altre città e in altre regioni per cure e interventi chirurgici, e i loro familiari.  Attualmente gestisce sei case di accoglienza: quattro a Milano, una a Lecco e una a Roma.

«La collaborazione tra Fondazione Roche e CasAmica prosegue da tempo, sviluppandosi su diversi fronti ed è sempre tesa a portare valore al dibattito istituzionale e un impatto positivo sulla vita delle persone» ha spiegato Antonio Modola, Segretario Generale di Fondazione Roche. «Come Fondazione, siamo fortemente concentrati sul futuro della salute e sull’innovazione del settore, con un’attenzione particolare all’uso degli strumenti digitali per creare benefici a livello di sistema e di singolo cittadino: dalla sostenibilità economica e sociale all’ottimizzazione dei percorsi di cura, fino ai nuovi scenari che si aprono per la ricerca».

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