Allergie e differenze biologiche tra maschi e femmine 

Le differenze genetiche, ormonali e cromosomiche tra maschi e femmine influenzano significativamente il sistema immunitario. In particolare, il cromosoma X, che contiene numerosi geni coinvolti nella regolazione immunitaria, svolge un ruolo cruciale. Nelle donne, la presenza di due cromosomi X comporta una maggiore predisposizione a malattie autoimmuni e allergiche, mentre negli uomini la presenza del solo cromosoma X sembra avere un effetto protettivo.

Da AAIITO l’analisi della prevalenza delle malattie allergiche nei due sessi:

  • Asma: I dati indicano una prevalenza maggiore di asma nei maschi fino alla pubertà. Successivamente, la prevalenza si inverte, con un’incidenza più alta nelle femmine. 
  • Orticaria cronica spontanea: Colpisce prevalentemente le donne, con un rapporto di 2:1 rispetto agli uomini, arrivando in alcuni studi fino a 4:1
  • Allergia alimentare: Le allergie alimentari sono più frequenti nelle femmine (4,2%) rispetto ai maschi (2,9%), con una prevalenza particolarmente alta per l’allergia alle arachidi (20,4% nelle femmine contro il 15,2% nei maschi) e per la sindrome polline-frutta (17,2% nelle femmine contro il 12,1% nei maschi) 

Giuseppina Manzotti, Responsabile del Servizio di Allergologia Casa di Cura Palazzolo Bergamo, ha sottolineato il ruolo chiave del cromosoma X, che contiene geni immunologici cruciali come TLR7 e TLR8, i quali regolano le interazioni con le cellule B e il microbiota intestinale, influenzando la risposta immunitaria. La presenza di due cromosomi X nelle donne implica una maggiore espressione di questi geni, contribuendo a una maggiore predisposizione alle malattie autoimmuni e allergiche. Gli uomini, al contrario, possiedono un solo cromosoma X, che sembra limitare il rischio di sviluppare queste patologie. Inoltre, l’espressione biallelica del gene TLR7 nelle donne abbassa la soglia di attivazione del sistema immunitario, rendendo le cellule B femminili più reattive agli stimoli immunologici. Questo può portare a una maggiore produzione di autoanticorpi, contribuendo alla predisposizione delle donne a malattie autoimmuni come il lupus eritematoso sistemico (LES).

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