In Italia, l’asma colpisce circa 3tre milioni di persone. I più soggetti sono anziani e bambini, con stime in crescita anche a causa dell’inquinamento ambientale e del cambiamento climatico. Il 10% di tutti i pazienti asmatici ne soffre in forma grave, con un elevato rischio di esacerbazioni e ospedalizzazioni, e tutto questo si traduce in costi elevati in termini di qualità della vita, oltre che per il servizio sanitario.
Sono dati riportati al convegno “Trent’anni di attività a favore e a tutela dei pazienti con malattie allergiche, atopiche e respiratorie” che Federasma e Allergie ha organizzato per il suo trentennale.
«Trent’anni fa, quando Federasma e Allergie fu fondata presso l’allora Fondazione Maugeri di Tradate, avevamo meno strumenti farmacologici: si pensi solo che non esistevano le terapie con anticorpi monoclonali, che hanno rivoluzionato la vita dei pazienti, c’era meno attenzione alla prevenzione primaria e secondaria, era estremamente complesso incidere sulle politiche sanitarie e lo stesso coinvolgimento dei pazienti nel percorso di cura era una chimera» spiega Antonio Spanevello, Coordinatore dei Dipartimenti di Ricerca e Clinico Assistenziali degli Istituti Clinici Scientifici Maugeri e primario di Pneumologia dell’Irccs Maugeri Tradate. «In questi anni l’Associazione è stata un partner fondamentale per costruire un dialogo con tutti gli stakeholder affinché le malattie allergiche e respiratorie fossero portate all’attenzione delle istituzioni e nel supporto ai pazienti più severi sia nella gestione della malattia sia in quella delle attività di vita quotidiana. Adesso lo scenario è profondamente cambiato nella cura, nell’engagement e nella ricerca».
Dei tre milioni di pazienti affetti da asma in Italia, soltanto uno su tre segue correttamente e in maniera continuativa le terapie prescritte dallo specialista.
«Troppo spesso la compliance alla terapia da parte di chi soffre di asma bronchiale è drammaticamente bassa» conferma Spanevello. «Diversi studi, però, hanno dimostrato come istruire i pazienti al riconoscimento dei sintomi e delle esacerbazioni della malattia, alla gestione terapeutica, alla riduzione dell’esposizione ai trigger e al miglioramento delle attività sociali e fisiche contribuisca a migliorare la cooperazione nella gestione dell’asma. Interventi educativi specifici possono aiutare a migliorare il controllo dei sintomi e ridurre le ospedalizzazioni nei pazienti asmatici».