Le donne italiane trovano maggiori difficoltà a donare sangue

Le donne italiane trovano maggiori difficoltà a donare sangue rispetto alle donne europee.

Un’evidenza che emerge da “Globuli Rosa”, un‘indagine commissionata dal Centro Nazionale Sangue, nell’ambito della campagna “Dona vita, dona sangue”, promossa dal Ministero della Salute in collaborazione con il CNS e le principali associazioni di donatori (AVIS, Croce Rossa, FIDAS, FRATRES e DonatoriNati), per indagare le ragioni che portano le italiane a donare meno rispetto alle donne di altri paesi europei. Questa iniziativa, che oltre all’indagine, ha dato origine ad una vera e propria campagna di sensibilizzazione, mira a identificare le barriere che impediscono alle donne di donare sangue e sviluppare soluzioni perché la donazione diventi una pratica comune.

L’indagine qualitativa, svoltasi tra maggio e luglio 2024, è stata condotta attraverso due modalità ovvero la realizzazione da parte di Doxa di focus group composti da non donatrici o ex donatrici e una survey sul portale donailsangue.salute.gov.it, che ha raccolto opinioni ed esperienze personali di 3.947 donne.

I focus group evidenziano come, nonostante la donazione di sangue sia percepita positivamente come un gesto altruistico e generoso, questa pratica non trova particolarmente spazio nella routine delle donne. Essendo al centro delle dinamiche familiari e spesso responsabili della cura domestica, dei figli e degli anziani, le protagoniste dell’indagine indicano tra le principali motivazioni della mancata donazione di sangue, la moltitudine di impegni e responsabilità a cui sono tenute a rispondere e la mancanza di tempo che ne deriva. Sentendosi sovraccariche di “doveri” le donne faticano a considerare l’atto della donazione come prioritario.

All’interno di questo contesto infatti, donare sangue è percepito come un gesto complicato a più livelli, non particolarmente chiaro nell’iter e che non riesce a trovare spazio nel “cuore”, poiché l’impegno emotivo è già destinato alla famiglia, ma anche nella “vita”, essendo difficile riuscire a collocarlo tra i vari impegni.

A questo fattore si aggiunge la mancanza di supporto che fa sentire la donna socialmente sola: una condizione questa, che appare profondamente diversa rispetto ad altre realtà europee. Il lavoro fragile e privo di un adeguato sistema di welfare infatti, costringe le donne a evitare ulteriori assenze, preferendo utilizzare permessi e ferie per le necessità familiari e personali, piuttosto che per iniziative sociali.

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