Tumore del polmone, è sempre emergenza

Il tumore del polmone rappresenta la prima causa di decesso per tumore tra gli uomini e la terza tra le donne.
La ricerca medica ha permesso di compiere nell’ultimo decennio enormi progressi sul fronte dello sviluppo di nuove terapie che agiscono in modo mirato su specifiche mutazioni geniche, e la molecola più recente è crizotinib.
«Nell’80% dei casi il tumore del polmone è correlato al fumo di sigaretta: un fumatore che consuma 20 sigarette al giorno per vent’anni ha un rischio del 2.000% di ammalarsi, mentre il fumo passivo aumenta questo rischio del 20-30%», dichiara il professor Andrea Ardizzoni, Direttore della Struttura Complessa di Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. «Il carcinoma polmonare è una malattia tipica dell’età avanzata: la diagnosi avviene di solito attorno ai 65-70 anni e a causa dell’invecchiamento della popolazione l’età alla diagnosi si sposta sempre più avanti negli anni. Grazie alla legge Sirchia abbiamo assistito ad una flessione annua (-2%/annuo) dei tumori polmonari negli uomini, mentre i nuovi casi sono in aumento tra le donne. Un fenomeno emergente è la comparsa di tumori polmonari tra le persone che non hanno mai fumato».
Da alcuni anni lo studio dell’assetto genico del cancro ha modificato radicalmente la classificazione dei tumori polmonari. È ormai superata la tradizionale distinzione tra carcinoma polmonare 
“a piccole cellule” e “a grandi cellule”: all’interno del carcinoma polmonare “non a piccole cellule” (NSCLC) vengono distinti tumori anaplastici, squamosi e non squamosi, questi ultimi chiamati adenocarcinomi. Tale distinzione è imprescindibile per identificare l’opzione terapeutica corretta, scelta sulla base delle informazioni istologiche e genetico-molecolari del singolo tumore.
«L’adenocarcinoma rappresenta il 60-70% di tutti i tumori polmonari non a piccole cellule (NSCLC)», afferma il professor Lucio Crinò, Direttore della Struttura Complessa di Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliera di Perugia. «Nel 40% dei casi di adenocarcinoma non sono ancora state identificate mutazioni geniche specifiche, mentre in un 20-25% dei casi è presente la mutazione KRAS che è la più comune; il 10-15% di adenocarcinomi polmonari presenta la mutazione EGFR. Infine, esiste un altro 5-10% di adenocarcinomi con traslocazione del gene ALK che determina la produzione di una proteina attivante, una specifica tirosin-chinasi relativa all’oncogene ALK, che innesca la proliferazione cellulare».

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