Nel nostro Paese le patologie cardiovascolari rappresentano ancora la principale causa di morte e sono responsabili del 44% di tutti i decessi. Numeri che potrebbero essere sensibilmente ridotti, come ricordano le recenti linee guida della Società Europea di Cardiologia, se venissero sempre di più implementate le strategie di prevenzione, soprattutto per quei pazienti identificati ad alto rischio cardiovascolare.
«La riduzione del colesterolo LDL, quello “cattivo”, resta uno degli strumenti più efficaci per diminuire il rischio e la mortalità cardiovascolare e totale, oltre che per ottenere una minore progressione o, addirittura, una regressione delle lesioni aterosclerotiche delle coronarie» spiega Giuseppe Musumeci, Direttore Cardiologia Ospedale Mauriziano di Torino. «In presenza di precedenti eventi cardiaci quali infarto, ictus, interventi di rivascolarizzazione, la prevenzione secondaria ricopre un ruolo fondamentale nel contribuire ad abbassare il rischio di nuovi eventi cardiovascolari» .
Oggi alle terapie standard si affiancano i nuovi anticorpi monoclonali diretti contro la proteina PCSK9, che permettono di abbattere ulteriormente il rischio, consentendo di conseguenza migliori risultati clinici. E per controllare il più possibile il colesterolo LDL, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha deciso di abbassare i livelli soglia del colesterolo LDL da 100 a 70 mg/dL per l’utilizzo degli inibitori di PCSK9 in prevenzione secondaria.
Gli inibitori di PCSK9 sono rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale, ma l’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, ha vincolato la loro prescrizione alla compilazione di Registri di Monitoraggio e limitata a un numero ristretto di centri prescrittori, con notevoli disagi per cardiologi e pazienti. «Oggi i pazienti si devono recare negli ospedali per rinnovare periodicamente i registri di monitoraggio, che sono ormai superati perché il farmaco è utilizzato da migliaia di pazienti e sono praticamente privi di effetti collaterali. In più gli inibitori di PCSK9 sono distribuiti soltanto nelle farmacie ospedaliere, mentre per favorire l’accessibilità a questi farmaci si dovrebbe renderli disponibili anche nelle farmacie territoriali, quelle più vicine alle abitazioni dei pazienti» commenta Musumeci.
Nel video:
Giuseppe Musumeci
Direttore Cardiologia Ospedale Mauriziano di Torino