Le cure palliative vanno attivate fin dall’inizio della diagnosi

Le cure palliative precoci e simultanee sono raccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in presenza di patologie croniche, come i tumori del sangue.

Gli esperti presenti a un evento organizzato sul tema da Gimema, la Fondazione Gruppo italiano malattie ematologiche delladulto, hanno sottolineato come lintegrazione precoce delle cure palliative determini un significativo miglioramento della qualità e anche dellaspettativa di vita nei pazienti.

«Le cure palliative precoci e simultanee sono un innovativo modello terapeutico-assistenziale che, integrando il percorso terapeutico oncologico standard entro due mesi dalla diagnosi di fase avanzata della malattia, migliora la qualità e l’aspettativa di vita» spiega Marco Vignetti, Presidente della Fondazione Gimema. «Nel nostro Paese si stimano almeno 150-180mila pazienti affetti da tumore che ogni anno hanno bisogno di cure palliative ed è probabile che, per effetto degli studi clinici condotti sull’integrazione delle cure palliative precoci nell’ambito dei trattamenti antitumorali, questa domanda veda un progressivo incremento».

Nonostante i benefici, nella pratica clinica quotidiana il ricorso a questo servizio è ancora molto tardivo, per cui è necessario prevedere per i medici programmi di formazione in cure palliative. «L’integrazione precoce delle cure palliative determina un significativo miglioramento non solo della qualità della vita ma anche dell’aspettativa di vita nei pazienti con malattia tumorale avanzata» conferma Mario Luppi, Professore Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Università di Modena e Reggio Emilia. «In uno studio condotto su oltre duecento pazienti affetti da leucemia acuta, a Modena, l’intervento di cure palliative precoci ha dimostrato di ridurre i sintomi fisici, di aumentare la consapevolezza della prognosi di malattia e degli obiettivi di cure, riducendo l’accanimento terapeutico. Nonostante i benefici, però, nella pratica clinica quotidiana il ricorso a questo servizio è tuttavia ancora molto tardivo. Di qui la necessità di implementare programmi di formazione in cure palliative per gli specialisti ematologi-oncologi».

Anche le tecnologie digitali possono essere di grande supporto. Lo dimostra la piattaforma Alliance, avviata da Gimema per il monitoraggio clinico a distanza e una comunicazione tempestiva tra medico e paziente. «Le cure palliative precoci hanno lo scopo di fornire un’assistenza più personalizzata e centrata sui reali bisogni del singolo paziente all’interno della terapia standard che il malato già segue»sottolinea Fabio Efficace, a capo dell’Unità di Qualità di vita del Gimema. «In questo senso, l’ausilio dell’assistenza sanitaria digitale è molto importante per avere riscontri più precisi e puntuali sull’andamento delle condizioni di salute dei pazienti. La piattaforma digitale Alliance ha rappresentato un punto di partenza molto importante ed è stata recepita molto bene dai medici che l’hanno utilizzata».

Nel video.

  • Marco VIGNETTI
    Presidente della Fondazione Gimema
  • Mario LUPPI
    Professore Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Università di Modena e Reggio Emilia
  • Fabio EFFICACE
    Responsabile dell’unità Qualità della vita di Fondazione Gimema
Total
0
Condivisioni
Articolo Precedente

L’esercizio fisico sembra proteggere da una grave emorragia cerebrale

Articolo Successivo

Pre-Occupiamoci della Meningite: agire oggi per proteggere il domani 

Articoli correlati