Degenerazione maculare: una sola somministrazione ogni quattro mesi per i farmaci che bloccano la perdita della vista

La degenerazione maculare legata all’età e l’edema diabetico sono patologie che colpiscono la macula, la parte dell’occhio deputata alla visione centrale nitida e dettagliata, necessaria per attività come la lettura. Il sintomo principale è infatti un’area sfocata al centro del campo visivo. 

«La degenerazione maculare “umida” è una forma avanzata della malattia che, se non trattata, può provocare una perdita rapida e grave della vista» spiega Leonardo Mastropasqua, Direttore Clinica Oftalmologica Università G. D’Annunzio Chieti. «Si sviluppa con la crescita incontrollata di nuovi vasi sanguigni anomali sotto la macula, che causano gonfiore, sanguinamento e/o fibrosi. Circa venti milioni di persone in tutto il mondo soffrono di degenerazione maculare “umida”, la causa principale di perdita della vista negli ultrasessantenni. Con l’invecchiamento della popolazione mondiale, la malattia colpirà un numero ancora più elevato di persone su scala globale». 

I farmaci oggi disponibili possono arrestare la malattia, evitare ulteriori danni alla macula e la perdita della vista. Tuttavia, questi trattamenti sono efficaci solo se somministrati in maniera stabile e continuativa nel tempo. «Secondo lo standard riconosciuto dalla comunità scientifica, i pazienti affetti da degenerazione maculare senile dovrebbero sottoporsi ad almeno sette iniezioni intravitreali nel primo anno, seguite da almeno quattro negli anni successivi, ma la metà dei pazienti si perde già dopo un anno, spesso a causa delle difficoltà organizzative nella pianificazione delle numerose visite» avverte Francesco Bandello, Direttore Unità di Oculistica Ospedale San Raffaele di Milano. «Per superare questi limiti la possibilità di utilizzare farmaci con una più lunga durata d’azione rappresenterebbe un’opzione terapeutica in grado di migliorare la qualità di vita del paziente riducendo il numero di sedute di trattamento iniettivo. La possibilità di utilizzare farmaci con una durata dazione più lunga, quindi, migliorerà la qualità di vita dei pazienti, riducendo il numero di sedute di trattamento». 

Nel video:
Francesco BANDELLO
Direttore Unità di Oculistica Ospedale San Raffaele di Milano

Leonardo MASTROPASQUA
Direttore Clinica Oftalmologica Università G. D’Annunzio Chieti

Anna Maria PORRINI
Medical Affairs & Clinical Operations Head di Roche

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