Una radioterapia oncologica sempre più performante e con importanti cambiamenti in atto. Tre le parole chiave che emergono dal XXXII Congresso Nazionale AIRO – Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia clinica, che si è tenuto a Bologna dal 25 al 27 Novembre: innovazione, precisione, sostenibilità. Con l’obiettivo prioritario di incrementare l’efficacia e diminuire gli effetti collaterali al fine di migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti affetti da tumore.
Somministrare radiazioni in maniera sempre più precisa, irradiando i volumi bersaglio con la dose opportuna e proteggendo i tessuti sani; il controllo locale della malattia; la modulazione dell’intensità della dose per personalizzare sempre più la terapia; verificare prima e durante il trattamento che il piano terapeutico programmato possa essere realizzato: sono i cardini dell’innovazione in radioterapia oncologica, che non può prescindere dalla professionalità e dalla formazione del medico radioterapista oncologo. Le più recenti e maggiori evoluzioni riguardano lo sviluppo di nuovi hardware, il miglioramento di software e algoritmi che velocizzano i calcoli e migliorano l’automazione delle procedure, il passaggio dall’imaging anatomico a quello funzionale ad alte prestazioni con metodi avanzati di erogazione delle radiazioni, il monitoraggio in tempo reale delle dosi somministrate ai tessuti sani e malati. E poi la raccolta di big data e dati in real world per una radioterapia che sempre di più assume un ruolo fondamentale nel trattamento dei tumori, al fianco di altre discipline come chirurgia e oncologia medica.
«L’innovazione è nel DNA della radioterapia, la cui evoluzione impressionante ci ha consentito di attuare trattamenti sempre più efficaci, sicuri e personalizzati – dichiara Cinzia Iotti, Presidente AIRO e Direttore SC di Radioterapia AUSL-IRCCS di Reggio Emilia – riteniamo che in futuro il ruolo curativo della radioterapia si accrescerà ulteriormente e che ad un numero maggiore di pazienti potranno essere risparmiati interventi demolitivi o che causano perdita di funzioni importanti. Innovare in radioterapia significa utilizzare macchine nuove, all’avanguardia, dotate di sistemi evoluti di intelligenza artificiale che consentono di adattare in tempo reale il trattamento alle variazioni di volume, forma e posizione a cui sia il tumore che i tessuti sani possono andare incontro durante le terapie. Innovare, infine, significa anche studiare e applicare nuove integrazioni con le altre metodiche terapeutiche, soprattutto con i nuovi farmaci a target biologico e immunoterapici; e poi, innovazione è raccogliere e analizzare molteplici dati da cui ottenere informazioni utili per definire un approccio terapeutico ritagliato sull’individuo. Ma ci sarà anche un altro scenario che guadagnerà interesse crescente: la radioterapia ablativa per il trattamento di patologie non oncologiche».
Nel video:
- Cinzia Iotti, Presidente AIRO e Direttore SC di Radioterapia AUSL-IRCCS di Reggio Emilia
- Giovanni Cartia, Direttore Radioterapia Oncologica ASP di Caltanissetta
- Marco Krengli, Direttore Radioterapia AOU Maggiore della Carità di Novara