LA cataratta è una malattia degenerativa del cristallino, il cui limite di età si sta abbassando, e che, se non trattata adeguatamente, può portare da disturbi e difficoltà nella visione fino alla cecità in alcune situazioni sociali ed ambientali. La chirurgia è l’unico trattamento efficace, tanto che ogni anno solo in Italia vengono eseguiti circa 650.000 interventi.
NEGLI ultimi 20 anni, la chirurgia della cataratta ha fatto enormi passi in avanti, grazie alle differenti innovazioni tecnologiche introdotte. Purtroppo, non si può dire lo stesso per la terapia farmacologica nel post-operatorio, necessaria per evitare l’insorgenza delle infezioni e garantire al paziente il controllo dell’infiammazione, che si basa da anni sull’utilizzo standard ed obsoleto di colliri antibiotici e steroidi per almeno 14 giorni, con il rischio di indurre antibiotico resistenza.
OGGI grazie alla ricerca è disponibile il primo collirio al mondo che associa un antibiotico particolarmente specifico per la chirurgia oculare, la levofloxacina, con il desametasone, il cortisonico di riferimento in oftalmologia.
IL collirio ha dimostrato la non inferiorità con un trattamento di una settimana rispetto alla terapia attualmente disponibile, che richiede due settimane. Inoltre, è emerso che l’85 per cento delle persone in trattamento per una settimana con la combinazione fissa levofloxacina-desametasone non ha mostrato segni di infiammazione oculare, dimostrando che l’utilizzo dei corticosteroidi per sette giorni è sufficiente per il controllo dell’infiammazione nella stragrande maggioranza dei pazienti.
«OLTRE ad essere un’importante innovazione scientifica, si tratta di un vantaggio per i pazienti. Poter disporre di un unico collirio, essenziale per scongiurare l’insorgenza di infezioni e controllare l’infiammazione, e che si può utilizzare per meno tempo, è importante per migliorare l’aderenza terapeutica, dato che si tratta per lo più di pazienti anziani» commenta Stanislao Rizzo, Direttore dell’Unità di Oculistica alla Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma.
UTILIZZARE l’antibiotico per un tempo più breve è importante nella lotta all’antibiotico resistenza, fenomeno sempre più diffuso e che, se non affrontato, può diventare, secondo gli esperti, la prima causa di morte nel 2050. «Negli ultimi decenni, si è sviluppata una forte resistenza agli antibiotici usati in oftalmologia, mettendo in pericolo la loro efficacia nel corretto trattamento dei pazienti» avverte Francesco Bandello, Direttore dell’Unità di Oculistica all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. «La riduzione da 14 a 7 giorni del trattamento post-operatorio permette di ridurre il tempo di esposizione agli antibiotici e, di conseguenza, abbassare la probabilità di insorgenza di resistenze».
Nel video:
- Paolo NUCCI
Professore di Oculistica Università di Milano - Alessandro GALAN
Direttore Oculistica Ospedale Sant’Antonio di Padova - Vincenzo ORFEO
Direttore Unità Operativa di Oculistica della Clinica Mediterranea di Napoli