La nuova frontiera per controllare il dolore di una delle complicanze più diffuse del diabete ha un nome: neurostimolazione. Il dato di efficacia di questo trattamento per la neuropatia diabetica, è stato appena dimostrato da uno studio americano e confermato anche da una pubblicazione di un clinico italiano. Un traguardo importante che contribuisce a migliorare la qualità di vita di quanti sono affetti da diabete e che, per il 60%, soffrono di questa complicanza dolorosa.
Il diabete può determinare complicanze acute (più frequenti nel tipo 1) o croniche (nel tipo 2) che riguardano diversi organi e tessuti, tra cui gli occhi, i reni, il cuore, i vasi sanguigni e i nervi periferici.
“La neuropatia non solo aumenta il rischio di dolore cronico, ma anche quello di cadute, ulcerazioni cutanee, amputazioni e malattie cardiovascolari, impattando pesantemente sulla qualità di vita dei pazienti affetti. Lo studio americano – spiega Giuliano De Carolis, Presidente Federdolore- SICD – ha individuato una prevalenza della neuropatia del 66% nei pazienti con diabete di tipo 1 che si manifesta in almeno il 20% dei casi dopo 20 anni di malattia. Leggermente inferiore se guardiamo la percentuale di quanti hanno il diabete di tipo 2 e corrisponde al 59%. Per questi ultimi, nel 10-15% dei casi, la diagnosi di neuropatia è presente al momento della diagnosi e la prevalenza sale al 50% dopo 10 anni di malattia. Gli stessi risultati americani di efficacia del trattamento con la neurostimolazione, sono stati confermati anche nella pubblicazione italiana. Sono molto evidenti i notevoli miglioramenti del sistema di impulsi elettrici in grado di controllare il dolore proprio per quanti soffrono di neuropatia diabetica”.
I trattamenti di nuova generazione oltre a confermare l’evidente livello di efficacia anche nel tempo, hanno inciso molto sull’invasività dell’intervento. Il sistema è composto da un generatore di impulsi ricaricabile posizionato sotto pelle e connesso a piccoli filamenti che trasmettono un segnale elettrico direttamente a livello del midollo spinale. Lo stimolatore è l’unico in grado di rilasciare in sicurezza lievi impulsi elettrici ai nervi fra 2 e 10.000 HZ (e tutte le forme di onda disponibili), interrompendo la trasmissione dei segnali del dolore al cervello. Sono molte le peculiarità che rendono unico e omni-comprensivo il dispositivo (non a caso di chiama OMNIA, prodotto da Nevro e distribuito in Italia da Theras Lifetech).
“Si tratta di una pratica chirurgica sempre meno invasiva, con tempi di ricovero davvero minimi o addirittura ridotti al day hospital. Un importante vantaggio di questo sistema deriva dal fatto che tutta la gamma di frequenze è contenuta all’interno del dispositivo – conclude De Carolis – e per questo motivo possiamo regolare l’intensità degli impulsi successivamente all’intervento, calibrandola per ogni singolo paziente. Prima erano due i motivi per cui potevamo richiamare il paziente in sala operatoria. Il primo era legato al fatto poteva essere necessario sostituire tutto il sistema perché non conteneva la frequenza adatta a gestire il dolore, mentre il secondo era per sostituire la batteria che invece ora viene ricaricata attraverso la tecnologia wireless. Un paziente che soffre di diabete si ritrova molto presto, purtroppo, a dover gestire anche questo tipo di dolore, con notevoli ripercussioni emotive e psicologiche. È molto importante per un medico avere a disposizione una tecnologia che migliori sia la gestione della malattia sia la qualità di vita di un paziente, soprattutto se diabetico”.
Non esistono cure specifiche per trattare la neuropatia diabetica. Per rallentarne la progressione e prevenirne le complicanze è fondamentale uno stile di vita salutare con una dieta equilibrata e una moderata attività fisica che aiuti a tenere sotto controllo la glicemia e a mantenere il giusto peso corporeo, escludendo altri fattori di rischio (fumo, alcool, eccessivo stress).
Per la prevenzione del piede diabetico è fondamentale una accurata igiene quotidiana con attenta ispezione della cute e delle unghie, uso di creme idratanti per evitare l’eccessiva secchezza della pelle e uso di calze di cotone e scarpe comode e morbide. Sono disponibili farmaci sintomatici per trattare il dolore (es. antiepilettici, antidepressivi triciclici, analgesici locali)
Sono molti i campanelli di allarme da monitorare: un dolore definito bruciante, come da punture di spilli, a scosse, trafittivo. I sintomi sensitivi iniziano tipicamente a livello delle dita dei piedi per poi progredire in direzione prossimale, coinvolgendo nel tempo prima gli arti inferiori e poi quelli superiori. Vengono associate anche parestesie alle mani e ai piedi (sensazione di intorpidimento e formicolii). con una ridotta sensibilità tattile come la sensazione di toccare gli oggetti attraverso un guanto. Si aggiunge una ridotta capacità di riconoscere stimoli termici e dolorifici e pertanto può tagliarsi o scottarsi senza rendersene conto. Questi sintomi spesso peggiorano di notte con sollievo mettendo i piedi in acqua fredda oppure camminando avanti e indietro per la stanza (sindrome delle gambe senza riposo). Il paziente può lamentare fastidio al contatto con gli indumenti (es. calze, pigiama o lenzuola) o eccessivo dolore per uno stimolo di lieve entità.