Tumori: al via la campagna di sensibilizzazione “Te lo chiedono le ossa”

Presentata la campagna di sensibilizzazione “Te lo chiedono le ossa”, realizzata da Fondazione AIOM con il patrocinio di ROPI (Rete Oncologia Pazienti Italia) e il supporto non condizionante di Amgen Italia, con l’obiettivo di attribuire rilievo alla prevenzione delle complicanze scheletriche correlate alle metastasi ossee nei pazienti oncologici.

In ogni ambito terapeutico, ma soprattutto in oncologia, l’emergenza Covid-19 sta avendo un impatto drammatico sulla prevenzione, sulla tempestività delle diagnosi e sulla regolarità dei trattamenti. Si calcola che, nel nostro Paese, un anno di pandemia abbia comportato una diminuzione di 2,1 milioni di screening oncologici e un incremento del 40% di rinunce alle cure. Rinnovare l’impegno su questo fronte, anche attraverso diffuse e capillari campagne di informazione e sensibilizzazione come “Te lo chiedono le ossa”, è essenziale per il futuro della salute pubblica in Italia.

Lo scheletro rappresenta una delle sedi più comuni di metastasi: circa 7 donne su 10 con tumore metastatico al seno e oltre 8 uomini su 10 con tumore metastatico alla prostata sviluppano metastasi ossee. Una persona su 3, può sviluppare complicanze scheletriche come conseguenza delle metastasi ossee; è dunque necessario “ascoltare”, le proprie ossa, per prevenire e contrastare la comparsa di tali complicanze. Soprattutto alla luce di un dato su tutti: il 40% dei pazienti, senza una terapia specifica per le ossa, va incontro a complicanze scheletriche, come per esempio le fratture, entro un anno dalla diagnosi di metastasi ossee.

“La consapevolezza del rischio di complicanze scheletriche è ancora piuttosto scarsa, purtroppo. Sono ancora pochi i pazienti informati su questo tipo di conseguenze e si stima che solo il 25% di chi è affetto da metastasi ossee oggi riceva una terapia specifica per le ossa”, sottolinea la Professoressa Stefania Gori, Presidente Rete Oncologia Pazienti Italia – ROPI e Presidente Fondazione AIOM. “È comprensibile che il focus sia sulla terapia per contrastare il tumore, ma è necessario aiutare i pazienti e chi sta loro vicino a comprendere che la cura delle ossa è parte integrante del percorso terapeutico. Con la campagna “Te lo chiedono le ossa” Fondazione AIOM e ROPI col supporto di Amgen intervengono per iniziare a migliorare questa situazione: è importante prendersi cura anche delle ossa perché continuino ad essere un solido sostegno”.

“Oggi esistono trattamenti specifici, come i farmaci antiriassorbitivi, che se adottati tempestivamente permettono di massimizzare la prevenzione delle complicanze scheletriche e di salvaguardare la qualità di vita dei pazienti”, ricorda a sua volta il Dottor Giuseppe Procopio, Responsabile S.S. Oncologia Medica Genitourinaria dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano. “Queste terapie sono in grado di ritardare in modo significativo la comparsa di eventi scheletrici, mediante un’azione mirata sulle cellule dl microambiente osseo. È da sottolineare che il beneficio per il paziente è tanto maggiore quanto più è precoce il trattamento: non a caso le Linee guida AIOM suggeriscono di iniziare la terapia specifica per l’osso alla prima evidenza di metastasi ossee. Questa dovrebbe diventare una priorità terapeutica per i pazienti oncologici con metastasi ossee”.

Iniziare da subito a prendersi cura delle proprie ossa è fondamentale per far sì che esse possano continuare a sostenerci anche in futuro. Grazie ai trattamenti oggi disponibili è, infatti, possibile controllare il dolore associato alla malattia metastatica, prevenire le complicanze scheletriche e mantenere una buona qualità di vita. Ed è proprio per sensibilizzare su questi temi che nasce la campagna #TELOCHIEDONOLEOSSA.

“Il sostegno a questa campagna rappresenta un’evoluzione naturale dell’impegno di lunga data di Amgen in oncologia, che ci consente di conoscere a fondo le esigenze e i problemi dei pazienti, ai quali vogliamo offrire risposte in grado di migliorare concretamente la loro condizione”, dichiara Maria Luce Vegna, Direttore Medico di Amgen Italia. “In quest’ottica, siamo convinti che accanto ai farmaci, componente essenziale del trattamento terapeutico, sia necessario anche un forte impegno nella formazione del paziente e nella sensibilizzazione sulla prevenzione, garantendo allo stesso tempo un accesso agevole alle terapie stesse, per sostenere il paziente nel suo percorso. È con un approccio a 360 gradi che possiamo assicurare ai pazienti il nostro aiuto”.

Al centro dell’iniziativa, le voci dei pazienti affetti da tumore al seno e alla prostata che hanno dato ascolto al proprio corpo e stanno intraprendendo un percorso che permetterà loro di prendersi cura della propria salute e qualità di vita. Anche e soprattutto in un momento delicato come quello che si trova ad affrontare una persona con malattia oncologica metastatica.

Una voce speciale, in questo contesto, è quella di Rosanna Banfi, testimonial della campagna, che ha voluto assicurare il suo sostegno a questa iniziativa nel segno della prevenzione. L’attrice, che ha vissuto direttamente l’esperienza del tumore, superandola, è da anni impegnata nel diffondere e promuovere una cultura della prevenzione oncologica, chiave di volta nella lotta alle neoplasie: “È fondamentale mantenere sempre alto il livello di attenzione sulla prevenzione, e vincere quel timore di scoprirsi malati che spesso tiene le persone lontane da controlli che potrebbero salvarle. Allo stesso modo, quando si è affetti dalla malattia e si è impegnati nel contrastarla, è molto importante e autenticamente terapeutico condividere la propria esperienza. Si aiuta se stessi e gli altri.”

I contenuti informativi di Te lo chiedono le ossa, realizzati da Fondazione AIOM e soprattutto basati su storie reali di pazienti oncologici, sono pensati nell’ottica di un approccio proattivo alla prevenzione e alla gestione di eventuali complicazioni scheletriche correlate (SRE). Così, attraverso le testimonianze fruibili presso il sito dedicato www.telochiedonoleossa.it, nonché su un canale Facebook dedicato e sul canale Facebook di Fondazione AIOM, si sensibilizzeranno gli utenti per portarli ad approfondire la tematica. La campagna vivrà anche offline e, in particolare attraverso materiali formativi, distribuiti all’interno dei centri ospedalieri, per intercettare i pazienti nelle diverse fasi del loro percorso di cura.

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