La città di Milano è in allerta per alcuni casi di tubercolosi emersi negli ultimi giorni. Sette fino ad ora quelli accertati: tre bambini di una scuola media, due di una scuola elementare della zona Nord-Est di Milano (Lima) e due studenti stranieri della facoltà di Scienze Politiche dell’Università Statale.
Il primo caso a far scattare l’allarme è stato quello di un bambino italiano di 11 anni.
“Questo bambino delle medie – sottolinea Susanna Esposito, Direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano e Presidente della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP) – è stato inviato alla nostra attenzione per un problema apparentemente otorinolaringoiatra, ma le sue condizioni generali e il quadro respiratorio ci hanno insospettito, benché non vi fosse una storia di febbre o sudorazione. Subito abbiamo pensato alla tubercolosi e successivamente la diagnosi è stata confermata”.
“Il bambino – prosegue Susanna Esposito – è affetto da un ceppo multiresistente (chiamato XDR, per la resistenza allargata). Si tratta di un ceppo molto raro e difficile da trattare che, al contrario di quanto avvenuto in questa occasione, abitualmente non colpisce soggetti in età pediatrica, né quelli perfettamente immunocompetenti o senza patologie di base. Da oggi, alla luce degli esami microbiologici pervenuti, abbiamo finalmente potuto iniziare la terapia idonea, condivisa con le autorità sanitarie, per ottenere l’eradicazione del Mycobacterium tuberculosis e abbiamo previsto l’impiego di 5 farmaci. Poiché due di questi sono da somministrare per via endovenosa, in questa prima fase il bambino sarà curato in regime di ricovero ospedaliero per alcune settimane; saranno poi necessari parecchi mesi di terapia orale. La gran parte dei farmaci iniziati oggi sono utilizzati off label nei bambini (cioè in via sperimentale) ma ciò è reso necessario per la complessità e l’aggressività del microrganismo identificato”.
“Le condizioni cliniche del bambino – conclude Susanna Esposito – sono sotto controllo. Ora, ciò che preoccupa di più è il suo stato psicologico dovuto alla necessità di un ricovero prolungato in regime di isolamento. Siamo, però, fiduciosi che il tutto si risolverà al meglio, vista anche la collaborazione della famiglia. Per evitare la diffusione del contagio, attualmente, si stanno verificando le eventuali fonti di contagio che si presuppone provengano dall’Est Europa”.
La Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP) aveva già lanciato l’allarme sulla tubercolosi multiresistente lo scorso anno. Proprio per monitorare a livello nazionale i casi pediatrici più complessi, SITIP ha creato un Registro Nazionale per la Tubercolosi in Età Pediatrica in cui sono stati registrati più di 500 casi di malattia attiva diagnosticati nel nostro Paese tra il 2010 e il 2012. Il passo successivo, sotto il coordinamento della Prof.ssa Esposito, prevede la prima riunione di esperti a Milano il prossimo 13 novembre e consiste nella stesura di linee guida sulla prevenzione, diagnosi e terapia della tubercolosi in età pediatrica, condivise da più Società Scientifiche. Oltre agli esperti della SITIP, parteciperanno esperti della Società Italiana di Pediatria, della Società Italiana di Neonatologia, della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, della Società Italiana di Malattie Respiratorie Infantili, della Società Italiana di Immunologia e Allergologia Pediatrica, di STOP TB, della Associazione Microbiologi Clinici Italiani, della Società Italiana di Malattie Respiratorie, della Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri, della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, della Società Italiana di Chemioterapia, della Società Italiana di Farmacologia, della Società Italiana di Scienze Infermieristiche e del Moige.
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