Negli ultimi anni in Italia, soprattutto nelle grandi aree urbane, il peggioramento della qualità dell’aria causato da un maggiore livello di agenti inquinanti nell’atmosfera ha prodotto un aumento dei danni alla salute, principalmente nei soggetti considerati “più a rischio”: anziani, malati cronici e bambini. Infatti, da alcuni studi condotti in Italia nel 2012 è emerso che l’inquinamento nei centri urbani determina tra il 3% e l’8% della mortalità totale, con valori che arrivano al 15% nelle zone più inquinate.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che ogni anno, in tutto il mondo, 800 mila persone muoiano prematuramente a causa dell’inquinamento atmosferico che costituisce, in tal modo, la tredicesima causa di mortalità.
Recentemente, una ricerca condotta nell’area della grande Milano (Milano e hinterland) dal team dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano, ha evidenziato una stretta relazione tra inquinamento atmosferico e sviluppo di patologie respiratorie in età pediatrica, con un aumento del rischio, in termini di frequenza e gravità, nei soggetti con broncospasmo (wheezing) o asma.
La ricerca è stata effettuata allo scopo di rilevare la frequenza delle patologie respiratorie a carico delle alte e basse vie aeree in una popolazione pediatrica milanese di età compresa tra 3 mesi e 18 anni; sono stati messi a confronto, in un periodo temporale di 12 mesi, 329 bambini con wheezing ricorrente o asma bronchiale, con o senza sensibilizzazione allergica e 364 bambini senza patologie di base.
“I bambini, soprattutto quelli in età prescolare – sottolinea Susanna Esposito, Direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano e Presidente di SITIP – sopportano il 40% del peso dei danni indotti dall’inquinamento, poiché hanno caratteristiche anatomo-fisiologiche che li rendono più suscettibili. In particolare, durante la crescita e lo sviluppo degli organi esistono delle “finestre di vulnerabilità” agli stimoli nocivi, quali il periodo pre-concezionale, l’età embrionale, il primo anno di vita, il periodo dalla nascita fino ai 5-6 anni e l’epoca dello sviluppo puberale”.
I dati emersi dalla ricerca hanno evidenziato che nei soggetti che poi svilupperanno wheezing e asma sono nettamente più frequenti fattori quali la prematurità (15,6%), il papà fumatore durante la gravidanza (28,8%), i problemi cardiaci (5,6%) e respiratori (11,9%) alla nascita.
I dati hanno, inoltre, confermato che per i bambini già affetti da wheezing e asma, l’abitare in zone limitrofe ad aree molto trafficate è risultato essere un fattore di rischio per infezioni delle basse vie aeree e per episodi asmatici; al contrario, l’abitazione in zone verdi è risultato essere un fattore protettivo.
In sintesi, i risultati della ricerca hanno dimostrato che esiste una sicura correlazione causa-effetto tra l’inquinamento atmosferico e i danni alla salute. L’inquinamento, infatti, da una parte modifica la risposta immunitaria e dall’altra contribuisce all’infiammazione delle vie aeree.
“Questi risultati – aggiunge Susanna Esposito – richiamano con forza la necessità di vaccinare contro l’influenza i bambini con wheezing ricorrente o con asma bronchiale (che rappresentano il 15% della popolazione pediatrica) e tutti coloro che presentano patologie respiratorie croniche, ad esempio prematuri con broncodisplasia o pazienti con fibrosi cistica. Purtroppo, infatti, tutti questi pazienti risultano ad alto rischio di riacutizzazioni respiratorie e in questi casi l’inquinamento dell’aria può avere un ruolo di primummovens ma anche di co-fattore insieme ai patogeni respiratori”.
Proprio per questi soggetti, il vaccino contro l’influenza è uno strumento preventivo semplice ed efficace ed è proprio questo il periodo più appropriato per pensarci: già dalla seconda metà di ottobre i vaccini antinfluenzali sono disponibili in farmacia, negli Ospedali e nei Centri vaccinali.
Oggi le coperture vaccinali nei pazienti con patologia respiratoria cronica sono spesso inadeguate (per alcune di queste patologie non raggiungono il 30% dei pazienti), sebbene tutte le autorità sanitarie raccomandino fortemente la vaccinazione antinfluenzale e i nuovi risultati dimostrino ampiamente come un intervento relativamente semplice può avere un grande impatto sulla salute, soprattutto quella dei bambini con malattie croniche sottostanti.
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