Epilessia: al via la campagna educativa nelle scuole

L‘epilessia è una condizione comune che colpisce il cervello e causa frequenti convulsioni. Può iniziare a qualsiasi età, ma di solito inizia durante l’infanzia o nelle persone di età superiore ai 60 anni. Spesso dura tutta la vita, ma a volte può migliorare lentamente nel tempo.

Le epilessie come materia da studiare a scuola. Da imparare e da conoscere per abbattere barriere ed inutili paure. Ma anche falsi miti e luoghi comuni. Continua “A scuola di epilessia, quando la malattia ci chiede di sapere”, la prima campagna educativa digitale sulle epilessie nelle scuole elementari promossa dalla LICE (Lega Italiana Contro l’Epilessia), una piattaforma digitale interattiva destinata ai docenti e ai loro alunni di età compresa tra gli 8 e i 12 anni, che ha come obiettivo principale quello di far conoscere le epilessie e l’impatto che possono avere sul bambino che ne soffre, nonché di fare chiarezza sugli atti pratici da effettuare e quelli da evitare nel caso si assista ad una crisi. 

Nata nel 2019 grazie alla volontà della LICE di portare il tema delle epilessie tra i banchi di scuola, per contrastare i luoghi comuni, lo stigma e il pregiudizio, la piattaforma ha già coinvolto attivamente oltre 25 mila studenti, divisi in circa 404 scuole in tutta Italia. Circa 500 gli insegnanti iscritti per un totale di 695 download degli strumenti della piattaforma.

“Le epilessie – ha commentato Laura Tassi, Presidente LICE – rappresentano una condizione cronica che risente moltissimo dei pregiudizi e delle paure degli altri. Le maggiori difficoltà di inserimento scolastico, infatti, non derivano da un disturbo cognitivo del bambino che soffre di epilessia, ma dall’atteggiamento negativo dei compagni e addirittura degli insegnati, impreparati a gestirla e che possono assumere nei suoi confronti comportamenti di scherno, di allontanamento e di mancata inclusione, aggiungendo disagio al disagio. Ecco perché conoscere le epilessie è un passo fondamentale per abbattere barriere e sconfiggere inutili paure”.

Nell’anno scolastico corrente (2020/2021), i nuovi docenti iscritti sono 199 e 129 le nuove scuole raggiunte. Dalla diagnosi alle cure, dai fattori scatenanti alle manifestazioni cliniche di una crisi. Una conoscenza approfondita, quella offerta agli insegnanti e agli studenti, garantita attraverso l’utilizzo di un linguaggio semplice e l’interazione con personaggi animati in grado di catturare l’attenzione dei più piccoli. Giochi educativi, tool interattivi, interviste animate e video sono gli strumenti al centro della prima campagna educativa digitale su questa patologia dal forte impatto psico-sociale.

Ancora molte le lacune manifestate in ambito scolastico sulle epilessie. Oltre il 60% degli insegnanti, infatti, non conosce le regole da seguire nel caso in cui un bambino sia colpito da una crisi (secondo una indagine condotta dalla stessa LICE presso i plessi scolastici italiani). E ancora troppi i pregiudizi relativi agli ostacoli che la patologia pone rispetto ad un normale svolgimento delle attività quotidiane e sociali, oltre che al rendimento scolastico.

“Esistono e sopravvivono ancora troppi falsi miti e luoghi comuni quando si parla di epilessia – ha aggiunto Oriano Mecarelli, Past President LICE – soprattutto su cosa fare quando si assiste ad una crisi convulsiva, e quanto avvenuto durante la recente partita di Serie B tra Ascoli e Salernitana, ampiamente pubblicizzato attraverso i media, lo testimonia. In quel caso ad un calciatore, colpito da una crisi, sono state applicate manovre di pronto soccorso riportate come “salvavita” e consistenti soprattutto nell’apertura forzata della bocca per “tirare fuori la lingua”: esattamente quello che non bisognerebbe mai fare durante una crisi di tipo convulsivo! Per questo è assolutamente importante, anche per i giovani studenti, poter accedere a strumenti di formazione e conoscenza”.

Un’intera sezione della piattaforma è dedicata a come aiutare un bambino che soffre di epilessia. Giochi interattivi chiari e d’impatto insegneranno ad assistere un compagno che manifesta una crisi o ad offrire il proprio aiuto all’insegnante che lo sta soccorrendo.

Gli studenti potranno così diventare protagonisti di un processo di apprendimento attivo attraverso domande condivise, curiosità e applicazioni pratiche di quanto appreso.

Veri e propri laboratori di “saper fare” per garantire il coinvolgimento dei destinatari, una necessaria efficacia didattica e una corretta componente ludico-operativa.

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Rassegna stampa 17 marzo 2021

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