Presentato il primo inalatore di polvere che eroga particelle extrafini dell’associazione fissa beclometasone/formoterolo, per la terapia dell’asma bronchiale cronica. Grazie alle caratteristiche di semplicità d’uso e sicurezza di erogazione del farmaco, il nuovo inalatore è in grado di accrescere l’aderenza al trattamento del paziente, permettendo tra l’altro un controllo immediato della corretta assunzione del farmaco. Inoltre, la formulazione extrafine, già adottata con successo nella formulazione in aerosol pressurizzato, consente una più profonda penetrazione del farmaco nell’albero bronchiale, a tutto vantaggio dell’efficacia terapeutica.
L’asma bronchiale cronica è una patologia che colpisce, in Italia, circa il 6-7% degli adulti. Si presenta in due diversi stati, l’attacco e la fase stazionaria, con sintomi determinati da una costrizione bronchiale che si manifestano nel paziente con un senso di oppressione al torace, fame d’aria (dispnea), respiro sibilante all’espirazione e tosse. Maggiore è l’entità dell’ostruzione bronchiale, più gravi sono le manifestazioni cliniche che possono sfociare nell’attacco d’asma vero e proprio.
Per evitare un aggravamento improvviso è necessario tenere sotto controllo la patologia attraverso l’utilizzo regolare di terapie mirate. Purtroppo, non sempre il paziente riesce a seguire scrupolosamente le indicazioni del medico, compromettendo il controllo della patologia e mettendo a rischio la propria salute. In parte, questo avviene per via di limiti oggettivi posti dalle soluzioni terapeutiche e non dalla volontà del paziente stesso.
“Ad oggi ci accorgiamo attraverso la persistenza dei sintomi che la cura non è seguita correttamente, – osserva il professor Stefano Centanni, Direttore del Reparto di Pneumologia, Ospedale San Paolo di Milano – ma le cause possono essere ostacoli prettamente pratici. Il paziente, infatti, si impegna per seguire il trattamento, ma si trova di fronte, ad esempio, alla complessità nell’attivazione del dispositivo, al dubbio di aver assunto correttamente il farmaco o alla difficoltà ad inalare tutta la dose prescritta. Si tratta di fattori da non sottovalutare, che compromettono il controllo dell’asma, e che quindi vanno tenuti in considerazione nella scelta della terapia. Col nuovo inalatore queste difficoltà vengono meno in quanto, grazie al triplice meccanismo, sia il paziente che il medico possono verificare la corretta assunzione del farmaco.”
Dal punto di vista farmacologico, la formulazione extrafine garantisce una maggiore distribuzione lungo tutto l’albero bronchiale, comprese le vie aeree periferiche. Recenti studi hanno dimostrato il coinvolgimento delle vie aeree periferiche nella patologia. “L’asma è una malattia infiammatoria a carico di tutto l’albero bronchiale – osserva il professor Alfredo Antonio Chetta, Ordinario di Malattie Respiratorie all’Università di Parma e Responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale Funzionalità Polmonare, A.O.U. di Parma – Le nuove evidenze scientifiche dimostrano che le vie aeree periferiche sono un importante bersaglio per ottenere un controllo ottimale della patologia. Studi clinici indicano che le formulazioni extrafini, contenendo particelle di dimensioni minori, sono in grado di raggiungere anche le vie aeree più piccole. Ciò consente un aumento significativo della deposizione del farmaco rispetto alla dose erogata e, quindi, conseguenze positive sulla funzionalità polmonare, sul controllo dell’asma e sulla qualità della vita del paziente.”
Un migliore controllo della patologia, oltre a incidere positivamente sulla qualità di vita dei pazienti, determina benefici anche sui costi socio-sanitari. Studi epidemiologici e osservazioni emerse dalla pratica clinica quotidiana dimostrano che un mancato controllo dell’asma incide negativamente in termini di costi sia diretti, sia indiretti. “Negli anni, molti studi hanno confermato che il mancato controllo dei sintomi dell’asma determina un aumento significativo dei costi a carico del SSN, – spiega il professor Francesco Blasi, Past-President della European Respiratory Society e Direttore della Pneumologia della Fondazione Cà Granda Policlinico, Milano – Le ragioni sono facilmente intuibili. A causa delle crisi, inevitabili in chi non si cura adeguatamente, si verifica un aumento non indifferente di accessi in pronto soccorso, ricoveri, visite specialistiche supplementari, per non parlare delle giornate di inattività”.
Grazie all’impegno in Ricerca e Sviluppo di Chiesi Farmaceutici, da ottobre è disponibile anche sul mercato italiano l’associazione fissa beclometasone/formoterolo in polvere extrafine erogata attraverso un inalatore sicuro ed efficace, sia per il medico, sia per il paziente. “La scelta di concentrare i nostri sforzi nella ricerca e nello sviluppo di questo nuovo prodotto – spiega Paolo Chiesi, Direttore Ricerca e Sviluppo di Chiesi Farmaceutici – deriva dalla convinzione che le necessità del paziente siano il primo fattore da tenere in considerazione per favorire il successo terapeutico. Chiesi Farmaceutici, grazie a una consolidata esperienza nel campo respiratorio, ha dedicato i propri sforzi alla realizzazione di una soluzione innovativa a tutto tondo, dalla formulazione del farmaco alla tecnologia del device. Pazienti e medici potranno trarre beneficio da questa nuova terapia.”