Covid-19: trattamenti di radioterapia oncologica garantiti in tutta Italia

La radioterapia è indicata nel 60% dei nuovi casi di tumore. È quindi chiaro quanto sia stato importante che i trattamenti non siano stati sospesi in questi mesi. Riorganizzazione delle attività, messa in atto di procedure preventive Covid-free, copertura dei turni e della continuità assistenziale, utilizzo delle nuove tecnologie per teleconsulto e telelavoro. I Dipartimenti di radioterapia oncologica italiani hanno risposto così, rapidamente ed efficacemente, all’emergenza sanitaria da Covid-19, continuando ad effettuare, seppur tra molte difficoltà, i trattamenti radioterapici per i pazienti ad elevata priorità oncologica, gestendo bene il compromesso tra rischio di infezione e necessità di cura.

È quanto emerge da un’indagine promossa dall’Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica (AIRO), coordinata da Vittorio Donato, Presidente AIRO, e da Barbara Jereczek-Fossa, Direttore della Divisione di Radioterapia dell’Istituto Europeo di
Oncologia di Milano. Lo studio, in via di pubblicazione sulla prestigiosa rivista scientifica europea Radiotherapy&Oncology, ha coinvolto tutti i Direttori dei Servizi di Radioterapia oncologica italiani. Su 176 centri contattati, hanno risposto ben 125, attivi su tutto il territorio italiano. I dati evidenziano che in 2 radioterapie su 3 è stata mantenuta l’attività clinica pre-coronavirus: la riduzione delle prestazioni è risultata inferiore al 10% nel 32% delle radioterapie e tra il 10% e il 30% nel 30,4% delle strutture. In media, per 9 centri su 10 l’effettiva riduzione è stata molto inferiore al 30%. È aumentata l’attività dei regimi ipofrazionati (73%) nei centri che trattano più di 500 pazienti all’anno per consentire ai pazienti soste brevi in ospedale e minori accessi possibili.

Inoltre, per tutelare la continuità terapeutico-assistenziale è stata attivata la consultazione telematica (63%). Sono state adottate misure preventive molto accurate sia per salvaguardare il personale alla macchina sia gli operatori sanitari con sale COVID-free e triage pre-ingresso in ospedale e nelle sale di radioterapia per garantire la necessaria sicurezza ai pazienti oncologici. «L’indagine è una fotografia reale di quanto accaduto in questi mesi di grave emergenza sanitaria sull’intero territorio nazionale, inclusa la Lombardia: infatti i 125 centri che hanno risposto sono distribuiti in tutto il Paese con una rappresentanza lombarda del 20%» dichiara Vittorio Donato, Presidente AIRO.
«I reparti radioterapici non solo hanno protetto i loro pazienti e il personale ma con uno sforzo immenso hanno continuato ad erogare prestazioni salvavita ai pazienti in trattamento e con malattia attiva. L’utilizzo del teleconsulto è stato di grande utilità come metodica alternativa a distanza ai controlli e al follow up face to face. Abbiamo, inoltre, garantito il lavoro dei dipendenti attraverso il telelavoro. L’uniformità dei provvedimenti adottati su scala nazionale è stata resa possibile anche grazie ai documenti di indirizzo in costante aggiornamento da parte di AIRO».
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