A quasi 40 anni dal primo caso, l’infezione da HIV è ancora una malattia seria, ma che può essere tenuta sotto controllo grazie a terapie efficaci. Fino a oggi la terapia prevedeva un’associazione di tre farmaci, ma ora è disponibile una solida combinazione di due farmaci, dolutegravir e lamivudina, che garantisce un effetto antivirale duraturo associato a un maggior benessere del paziente, aumentando la sicurezza e la tollerabilità
«La disponibilità in Italia di una solida combinazione di due farmaci antiretrovirali, che associa dolutegravir e lamivudina, nasce dai risultati a 96 settimane degli Studi GEMINI 1 e 2, che ne hanno valutato l’efficacia e la sicurezza rispetto al trattamento standard a tre farmaci nei pazienti mai trattati in precedenza, anche con carica virale di oltre 100.000 copie/mL» spiega Andrea Antinori, Direttore dell’U.O.C. Immunodeficienze Virali – INMI “Lazzaro Spallanzani” I.R.C.C.S. di Roma. «Sul fronte della pratica clinica questo aspetto è cruciale, in quanto si potrà fin dall’inizio del trattamento utilizzare il minor numero di farmaci possibile, utili a garantire l’efficacia virologica e il benessere del paziente, aumentando la sicurezza e la tollerabilità».
Negli studi GEMINI 1 e 2, dolutegravir e lamivudina hanno dimostrato un’efficacia non inferiore in confronto al regime a tre farmaci di dolutegravir e due inibitori della transcriptasi inversa, tenofovir disoproxil fumarato/emtricitabina (TDF/FTC). I risultati relativi alla sicurezza per dolutegravir e lamivudina osservati negli studi GEMINI 1 e 2 sono in linea con i foglietti illustrativi relativi ai due farmaci. Nessun paziente è andato incontro a fallimento virologico in entrambi i bracci di trattamento né ha sviluppato resistenza al trattamento.
«La terapia con regime a due farmaci è un grande avanzamento nel campo della cura dell’infezione da HIV ed è legata al superamento dello schema classico che richiedeva necessariamente tre farmaci per ottenere un effetto antivirale duraturo» afferma Carlo Federico Perno, Professore Ordinario di Microbiologia e Microbiologia Clinica Università degli studi di Milano e Direttore Microbiologia Ospedale Niguarda. «Non tutti i regimi a due farmaci possono però garantire efficacia, perché il virus dell’HIV è in grado di “sfuggire” in caso di protezione inadeguata del trattamento antiretrovirale. Quindi sì alla terapia a due farmaci, ma solo con molecole adeguatamente potenti e in grado di controllare la replicazione, anche se usati in uno schema a due farmaci e non a tre».
Nel video:
Andrea ANTINORI
Direttore Immunodeficienze Virali Istituto “Lazzaro Spallanzani” Roma
Carlo Federico PERNO
Direttore Microbiologia Ospedale Niguarda Milano