#Fattisotto: parliamo di incontinenza

Sono imbarazzati, frustrati, in ansia e spesso in depressione. In questo modo si sentono, per la maggior parte del tempo, oltre 7.000.000 di italiani, dai 18 ai 70 anni che soffrono di incontinenza urinaria o fecale.

Per combattere questo stigma, FAIS, Federazione Associazioni Incontinenti e Stomizzati, lancia numerose iniziative di sensibilizzazione e informazione in occasione della XII° World Continence Week e della Giornata Nazionale prevenzione e cura dell’Incontinenza.

Perchè? Perché di incontinenza si parla ancora troppo poco, anzi, non si parla affatto, nonostante gli sforzi della comunità dei clinici e dei pazienti. E ciò è confermato dal fatto che i dati della letteratura scientifica non sono affatto recenti e che per la comunità scientifica è stato difficile tracciare il perimetro di questa patologia la cui definizione ha subito profonde modifiche nel corso degli anni. L’incontinenza urinaria è stata definita dall’ICS (International Continence Society) come una condizione che si instaura quando vi è la perdita involontaria di urina o feci. Ma se lo sforzo di descrizione da parte della classe medica ha consentito di stimare, più precisamente rispetto al passato, la prevalenza e l‘incidenza di tutte le tipologie di incontinenza, tuttavia, ancora il 57,2% di chi soffre di incontinenza urinaria non ha mai parlato del problema con familiari e conoscenti; da qui una ulteriore difficoltà a fornire stime precise. Per questo, la campagna è quanto mai necessaria.

“Siamo consapevoli dello stigma sociale che colpisce queste persone” – spiega Pier Raffaele Spena, Presidente di FAIS – “non ne parlano, provano un profondo disagio e vergogna e, rispetto agli altri, sono maggiormente insoddisfatti della loro qualità di vita. E questo rappresenta un duplice problema: non parlandone, non approfondendo le criticità, le necessità, i bisogni, non si trovano, ovviamente, le soluzioni, o si trovano con grande difficoltà. Con l’hasthag #fattisotto, infatti, abbiamo voluto, anche in modo provocatorio, attirare l’attenzione su questo tema, mai davvero affrontato fino in fondo. L’incontinenza rappresenta un problema socio-sanitario rilevante, per il quale è importante trovare risposte soddisfacenti sia in termini di efficacia, sia di rapporto costi/benefici, soprattutto in relazione al progressivo invecchiamento della popolazione. Tra i diversi elementi da tenere sotto controllo, c’è anche quello della tenuta del Servizio Sanitario Nazionale”.

“L’insorgenza dell‘incontinenza urinaria, infatti, cresce all’aumentare dell‘età: per i soggetti non ospedalizzati di età superiore ai sessant‘anni, infatti, la prevalenza dell‘incontinenza urinaria varia dal 15% al 35%. Nelle case di riposo, nelle residenze assistite e nelle corsie geriatriche fino al 70% dei degenti risulta incontinente, senza contare le persone anziane che vivono al proprio domicilio e ne sono frequentemente colpite. Da questo punto di vista, considerando il progressivo invecchiamento della popolazione, è fondamentale sottolineare come il problema legato all‘incontinenza urinaria sia inevitabilmente destinato ad accrescere le proprie dimensioni: infatti, dalle proiezioni ISTAT emerge come, a fronte di una popolazione complessiva in lieve crescita (+3,1% al 2050), la fascia di popolazione over 65, che ad oggi rappresenta poco più del 20% della numerosità totale, possa superare la soglia del 30% entro il 2040 e spingersi intorno al 33% nel 2050. La spesa sostenuta in regime S.S.N. rappresenta il 56% del valore economico del mercato dell’incontinenza, € 638.190.677 e, viceversa, la spesa privata è pari al 44% del totale. Solo il 10% degli ausili assorbenti acquistati dal S.S.N. secondo l’attuale sistema soddisfa pienamente i requisiti. Il carico sulle persone e le loro famiglie è evidente. Circa l’incontinenza fecale, invece, non esistono dati certi sulla prevalenza nella popolazione in Italia, tuttavia si stima che ne sia affetto circa il 2% della popolazione con percentuali significativamente più alte tra gli anziani”.

La settimana, grazie agli strumenti della campagna di informazione #Fattisotto, webinars, questionario online, video tutorial e brochure, vuole intervenire a più livelli: sviluppare consapevolezza e attenzione, creare atteggiamenti favorevoli stimolare comportamenti, costruire engagement attraverso attività interattive per far sì che tutti gli attori si sentano coinvolti.

Il programma della campagna è ricco di stimoli ed informazioni. Dal 22 al 26 giugno, questi i temi affrontati grazie ai webinar: Il ruolo di una alimentazione sana; Gradi di invalidità e diritti conseguenti; Criticità nella gestione dell’incontinenza urinaria; La presa in carico del paziente con incontinenza fecale; Prevenzione con attività di informazione sul territorio; Gestione in reparto o nelle RSA o a domicilio; Percorso riabilitativo chinesiterapico e strumenti riabilitativi; Valutazione fisiatrica del paziente incontinente, Percorso riabilitativo chinesiterapico e strumenti riabilitativi; Nuove norme di accesso agli ospedali per visite/ricoveri (igiene mani, mascherina, distanziamento; Utilizzo della tecnologia per comunicare, rapporto di fiducia con i sanitari.

I webinar sono organizzati sulla piattaforma www.salute.live dal 22 al 26 giugno. Le iniziative sono realizzate con il contributo non condizionato di BBraun, Coloplast e Medtronic.

Total
0
Condivisioni
Articolo Precedente

L’American Cancer Society aggiorna le linee guida di dieta e attività fisica per la prevenzione del cancro

Articolo Successivo

È la popolazione sarda la seconda al mondo per incidenza di diabete di tipo 1

Articoli correlati

Un nuovo trattamento per il linfoma a cellule mantellari

Il linfoma mantellare è un linfoma non-Hodgkin a cellule B che rappresenta il 3-6% dei linfomi non-Hodgkin e presenta generalmente un decorso clinico aggressivo. Ora una immunoterapia cellulare basata sull’utilizzo di cellule CAR-T, denominata KTE-X19, ha ricevuto da AIFA l'autorizzazione alla rimborsabilità per il trattamento di pazienti adulti con linfoma a cellule mantellari recidivante o refrattario. “La disponibilità di questa prima terapia cellulare per il linfoma mantellare recidivante o refrattario fornisce un’opzione importante per i pazienti” ha dichiarato Paolo Corradini, Direttore della Divisione di Ematologia della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e Professore Ordinario dell’Università degli Studi di Milano. “Al momento le opzioni di trattamento per questi pazienti, la cui malattia progredisce dopo le terapie iniziali, sono pressoché nulle. Esiste quindi una sentita necessità di nuove opzioni terapeutiche. Gli elevati tassi di risposta osservati supportano il potenziale di KTE-X19 come terapia efficace per le persone affette da linfoma mantellare recidivato o refrattario, con un profilo di sicurezza gestibile”.
Leggi