Rapporto STADA sulla salute 2020: italiani i più digitali d’Europa

Gli italiani sono i più “digital oriented” rispetto ai loro vicini europei quando si tratta di utilizzare i dispositivi elettronici e la tecnologia per consultare il medico o monitorare il proprio stato di salute e i progressi terapeutici. Solo una minima parte è preoccupata per la propria privacy in caso di utilizzo di app per la salute. Quando si tratta, però, di acquistare farmaci, anche online, la maggioranza degli italiani preferisce rivolgersi alla propria farmacia di fiducia.

È quanto emerge dall’“Health Report 2020” che raccoglie i risultati di un’indagine internazionale realizzata dal Gruppo STADA, in collaborazione con il Kantar Market Research Institute, che ha riguardato 12 Paesi europei e intervistato oltre 24.000 cittadini nel periodo compreso tra febbraio e marzo 2020. L’indagine ha inteso indagare conoscenze, opinioni e comportamenti degli europei nei confronti di temi importanti relativi alla salute come innovazione e digitalizzazione, immunità e vaccinazione, eutanasia e sessualità. Particolare attenzione è stata riservata all’emergenza coronavirus, per la quale è stata realizzata una survey ad hoc a fine aprile su oltre 6.000 persone in 6 Paesi.

Tra tutte le 12 nazionalità coinvolte nella ricerca, gli italiani sono stati tra i più favorevoli al consulto medico tramite webcam o internet in caso di malattia minore o secondaria: il 79% del campione italiano, rispetto a una media di sondaggio del 70%, con solo la Spagna (82%) e la Finlandia (81%) più disposte a un consulto online. Rispetto al 2019, inoltre, l’apertura degli italiani a questo tipo di pratiche è quella che ha subito il maggior incremento rispetto agli altri Paesi considerati, aumentando di 28 punti percentuali (51% nel 2019).

Gli italiani sono i più disponibili tra tutte le nazionalità, ben al di sopra della media europea (84% contro il 75%) e secondi solo ai serbi, ad utilizzare le app per permettere al medico di monitorare i progressi terapeutici. Solo il 6% degli italiani ha espresso preoccupazioni sulla sicurezza dei dati quando utilizza una app, ben al di sotto della media del sondaggio, pari all’11%.

Il 48% degli italiani (percentuale nazionale più alta) ritiene che la vita eterna sia una chimera, contro un 8% che la considera concettualmente possibile. Ma se gliene fosse data l’opportunità, il 18% ha dichiarato che vorrebbe vivere per sempre.

Interrogati sulla loro disponibilità a sottoporsi a modifiche genetiche per evitare gravi malattie, l’Italia si è classificata al quarto posto tra i 12 Paesi compresi nel sondaggio, con il 56% degli italiani disposti a prendere in considerazione una terapia genica di questo tipo (dato in linea con la media dell’indagine, pari al 51%).

Gli italiani hanno mostrato anche una certa sensibilità verso il sostegno psicologico volto a migliorare la salute della mente. Alla domanda se avessero mai cercato un sostegno psicologico per affrontare i propri problemi di salute o quelli di una persona cara, solo un quinto degli italiani (20%) ha risposto di averlo fatto. Ma un altro 57% ha risposto che, pur non avendolo fatto finora, qualora si trovasse in una situazione di difficoltà si avvarrebbe di aiuto psicologico. Più di due italiani su cinque (44%) non avrebbero problemi a confidare agli altri, oltre ai propri cari, di aver fatto ricorso a un sostegno psicologico, mentre un terzo (34%) ne parlerebbe solo con i propri familiari. Solo l’8% ha confermato che si vergognerebbe a parlarne.

La maggioranza degli italiani, 7 italiani su 10 (76%), si è dichiarata soddisfatta del sistema sanitario nazionale. Rispetto agli altri Paesi intervistati, però, l‘Italia si colloca solo al nono posto.  In cima alla classifica si trova la Svizzera (92%), seguita da austriaci e belgi (entrambi 91%). Insoddisfazione nei paesi dell’Europa orientale come Polonia, Serbia e Russia (tutti al di sotto del 40%).

Rispetto all’anno precedente, la fiducia nella medicina convenzionale sta crescendo leggermente in tutta Europa e anche in Italia: il 74% degli italiani si fida della medicina convenzionale, rispetto al 66% dell’anno precedente.

Pur fidandosi della medicina convenzionale, il 18% degli italiani – dato in linea con la media europea – ha dichiarato di voler rimanere aggiornato su trattamenti alternativi, come l’omeopatia e l’agopuntura.

Un capitolo speciale del Report 2020, basato su un’indagine condotta a fine aprile su oltre 6.000 persone in 6 Paesi, tra cui l’Italia, volta a valutare l’effetto della crisi coronavirus, rivela che la metà degli italiani (51%) ha dimostrato di apprezzare ancora di più, in questo momento storico, il lavoro di medici, infermieri e di tutto il personale sanitario. Si tratta di un dato superiore, anche se di pochi punti, alla media del 44% dei 6 paesi, che vede l’Italia seconda solo alla Spagna (52%).

Sempre metà degli italiani (il 51%) ha espresso preoccupazione per l’attuale mancanza di un vaccino contro il nuovo coronavirus, e quasi altrettanti – 48% – hanno espresso il timore di perdere il posto di lavoro o addirittura che l’economia crolli. Una percentuale simile di italiani, il 49%, teme che le persone a loro vicine possano perdere la vita. Tuttavia, i due terzi degli italiani (66%) hanno valutato positivamente l’assistenza sanitaria del Paese durante l’emergenza sanitaria.

“Questa ricerca, unica nel suo genere per numerica di intervistati ed estensione geografica, ha voluto fotografare conoscenze e comportamenti dei cittadini europei alla vigilia di un momento storico peculiare – ha commentato Salvatore Butti, General Manager di EG – Gruppo STADA – Da un lato, ha dimostrato un’importante apertura da parte degli italiani all’impiego dei moderni mezzi digitali per salvaguardare e monitorare la propria salute. Un cambio di passo che testimonia come la digital health nel suo complesso abbia dato prova di portare vantaggi concreti non solo ai pazienti, ma anche ai professionisti sanitari e al sistema sanitario in generale, e questo si è dimostrato ancor più vero durante questa emergenza sanitaria. – “Dall’altro, ha fatto emergere anche la parte migliore di noi. Laddove medici, infermieri, farmacisti erano e sono in prima linea – e questo impegno è stato ampiamente riconosciuto dagli italiani come dimostrato dalla nostra indagine -, tutti hanno dato il loro contributo. Come EG Italia non ci siamo mai fermati per rendere sempre accessibili i nostri farmaci anche in un momento di crisi e per fornire a medici e farmacisti presidi sanitari di protezione per affrontare l’emergenza con maggiore serenità”.

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