Aiutare i clinici nella gestione della terapia CAR-T così che i pazienti italiani possano accedere in modo organizzato e corretto a questa innovazione terapeutica nell’ambito dell’immuno-oncologia, la terapia CAR-T. Oggi è possibile grazie ad una soluzione digitale, una piattaforma che consente ai medici di scambiarsi informazioni sui pazienti potenzialmente candidabili alla terapia, di seguirne lo screening e, dopo l’infusione della terapia, il follow up. Presentato in occasione della Digital Week di Milano, WelCARe è un vero e proprio “ambulatorio virtuale” che poggia sulla piattaforma digitale sviluppata da Novartis, pioniera nello sviluppo delle terapie CAR-T, insieme alla start up milanese Soluzioni Salute Informatica.
CAR-T è una terapia innovativa che prevede l’ingegnerizzazione dei linfociti T del paziente in modo che possano riconoscere e combattere le cellule cancerose. Il processo prevede il prelievo, la re-ingegnerizzazione e la re-infusione delle cellule del sistema immunitario nel paziente: operazioni che possono essere eseguite con efficacia e sicurezza solo in Centri altamente specializzati, per i quali l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha stabilito dei criteri specifici da rispettare.
Per i pazienti affetti sia da linfoma a grandi cellule B sia da leucemia linfoblastica acuta, in entrambi i casi resistenti ad altri trattamenti, la terapia CAR-T rappresenta una possibilità concreta di cura: circa il 40% dei pazienti affetti da linfoma ha delle risposte durature nel tempo, mentre per la leucemia linfoblastica acuta del bambino e del giovane adulto le risposte durature sono nell’ordine del 60-65%.
“CAR-T è un modello di terapia assolutamente innovativo che, almeno in alcune malattie ematologiche, sta dando risultati rivoluzionari. – afferma Armando Santoro, Direttore del Cancer Center di Humanitas Clinical and Research Center, IRCCS e Professore di Oncologia Humanitas University Rozzano, Milano – D’altro canto si tratta di una terapia complessa che per essere somministrata ha bisogno di un’equipe multidisciplinare. L’ematologo da solo non basta, c’è bisogno di chi si occupa della raccolta delle cellule, di neurologi, rianimatori e infettivologi per la gestione degli eventuali eventi collaterali. CAR-T è una terapia diversa da quelle finora a disposizione e deve essere quindi affrontata in modo nuovo per evitare ai nostri pazienti qualunque tipo di rischio e dare loro la possibilità di accedere al miglior trattamento possibile”
La piattaforma WelCARe è uno strumento digitale che in prospettiva coniugherà sistemi di telemedicina e intelligenza artificiale (AI), consentendo ai clinici di poter affrontare in maniera più fluida la complessità legata a questa terapia, grazie innanzitutto al network tra loro nelle diverse fasi del trattamento CAR-T ma anche ai dati contenuti nel database – resi anonimi e strutturati – per fare ricerca e migliorare quindi la pratica clinica.
Un progetto che assume una rilevanza ancora maggiore in questo particolare momento storico in cui il Covid-19 ci obbliga a ripensare le modalità di gestione del paziente oncologico.
“Al momento consente la comunicazione tra clinici per il referral dei pazienti e la gestione multidisciplinare, ma è destinata a diventare un vero e proprio ambulatorio virtuale dove i medici potranno chiedere pareri e consulti ai loro colleghi e dove i pazienti potranno prenotare consulti video, far vedere risultati di analisi, fugare dubbi o perplessità sul proprio stato di salute. – afferma Fabio Ciceri, Direttore di Ematologia e Trapianto del Midollo Osseo e Vice-direttore scientifico IRCCS San Raffaele, Milano – L’emergenza attuale che stiamo vivendo ci ha fatto comprendere quanto sia cruciale il ruolo della tecnologia digitale e quanto in futuro non potremmo più farne a meno di strumenti all’avanguardia come questo.”
La piattaforma soddisfa due necessità importanti nella presa in carico e cura di un paziente sottoposto a terapia CAR-T: da una parte migliora l’accesso alle terapie anche di chi non si trova vicino a un centro autorizzato alla loro erogazione, dall’altra aiuta i pazienti a rimanere in contatto ed essere seguiti dal centro presso il quale è stata somministrata la terapia.
Ma non solo, WelCARe, inoltre, consente la comunicazione fra medici, secondo lo schema hub e spoke. I centri hub sono quelli specializzati, erogatori di terapia CAR-T, gli spoke quelli che non hanno ancora soddisfatto i criteri necessari per l’erogazione di CAR-T ma che, grazie a questo canale di comunicazione strutturato e protetto, possono riferire i loro pazienti agli specialisti dell’hub per discutere insieme se la terapia può essere consigliata e poi seguirli nel follow up grazie alle informazioni condivise con la piattaforma. Appena attivata in tre centri hub – Istituto Nazionale Tumori, Humanitas, San Raffaele – e in circa 15 centri spoke che la testeranno, a partire da settembre la piattaforma potrà essere accessibile per tutti gli altri centri sul territorio nazionale.
Questo progetto è particolarmente valido in questo momento storico in cui il Covid-19 ci obbliga a ripensare la presa in carico del paziente onco-ematologico assicurando che il percorso diagnostico terapeutico si svolga nella massima sicurezza. Chi è potenzialmente candidato alle terapie CAR-T è un malato di particolare fragilità al quale va evitato il più possibile ogni rischio di infezione dal nuovo coronavirus. Grazie alla piattaforma il paziente continua ad essere seguito vicino a casa, mentre i suoi dati viaggiano sulla rete per essere a disposizione per la valutazione e definizione del percorso di cura con i medici dei centri specializzati. Il follow up successivo all’infusione può essere svolto dal centro prossimo al paziente, sempre grazie alla collaborazione, favorita da WelCARe, con il centro erogatore del trattamento.
“Le CAR-T rappresentano la prima forma di terapia cellulare con linfociti T geneticamente modificati e quindi costituiscono una grande opportunità per i pazienti ematologici che possono usufruirne. – afferma Paolo Corradini, Direttore della Divisione di Ematologia della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, e cattedra di Ematologia dell’ Università degli Studi di Milano – Tuttavia in questo periodo storico di potenziale crisi economica, che coinvolge inevitabilmente l’ambito della sanità pubblica, è importante che Enti regolatori e tutti noi collaboriamo per ottimizzare i percorsi diagnostico terapeutici, per garantire accesso all’innovazione per i pazienti e ottimizzazione delle risorse. In questo il digitale potrebbe rappresentare una opportunità ma solo se avremo un approccio che tenga conto di una gestione integrata delle varie patologie, compreso il Covid-19”.