L’app “Immuni”, scelta dal Governo italiano per tracciare i contatti dei soggetti risultati positivi al Covid-19, ha sollevato molte perplessità. Non è però l’unica, e molte critiche sono state avanzate contro app simili sviluppate in Francia, Germania e altre nazioni.
Ora una ricerca realizzata in Gran Bretagna sulla nuova app di tracciamento dei contatti del Regno Unito conclude che la app britannica, ma anche altre app già utilizzate, potrebbero non essere efficaci per identificare se gli utenti sono stati a stretto contatto con qualcuno portatore di Covid. «Queste app non dovrebbero essere viste come una panacea, considerando come lavorino in situazioni reali» avvertono gli autori dello studio, Doug Leith e Stephen Farrell del Trinity College di Dublino. L’app, che è in fase di sperimentazione sull’Isola di Wight e sarà rilasciata a livello nazionale alla fine di questo mese, è descritta dal governo come importante per aumentare “la velocità e l’efficacia” della traccia dei contagi del coronavirus nel documento del governo sul Covid-19.
«Sarà impegnativo registrare correttamente i contatti perché la potenza del segnale Bluetooth varia molto a seconda del modo in cui i telefoni si trovano ad interagire tra loro».
Leith e Farrell hanno testato quattro scenari – camminando per strada, a una scrivania in un ufficio, in treno e in un supermercato – utilizzando telefoni Android e una versione dell’app di tracciamento di Singapore, TraceTogether: «Generalmente, l’app può segnalare la vicinanza a un persona con Covid mentre si cammina. Ma a una scrivania, il segnale scende del 38% se entrambi i telefoni sono in tasca piuttosto che sul tavolo, rendendo difficile dire se due persone sono state a stretto contatto. Nei supermercati, è stato difficile distinguere tra due persone che si trovano a due metri di distanza e due persone che camminano insieme a una distanza più vicina. Testando l’app su un treno, con due soggetti a oltre i 3,5 metri di distanza, l’intensità del segnale tra due telefoni è aumentata incredibilmente. Ciò può essere dovuto al fatto che le onde radio utilizzate dal Bluetooth possono riflettersi sulle superfici metalliche all’interno dei treni o nei supermercati, rendendo difficile l’interpretazione dei segnali».
Ulteriori test hanno rilevato che l’intensità del segnale è diminuita di circa un terzo quando qualcuno aveva il telefono in tasca, e quindi probabilmente il tessuto assorbe parte del segnale. Anche le pareti possono rappresentare un problema: mentre il cemento e i muri sembra riducano enormemente il segnale Bluetooth, le pareti in cartongesso hanno avuto un impatto limitato sull’intensità del segnale. Ciò significa che due persone in stanze adiacenti possono apparire erroneamente in stretto contatto, sollevando preoccupazioni per i falsi allarmi.
«Queste sono le prime prove testate in situazioni reali e suggeriscono che il rilevamento affidabile della prossimità utilizzando la potenza del segnale Bluetooth probabilmente non sarà così facile» afferma Leith.
Ai dubbi sollevati dallo studio di Leith e Farrell si aggiunge il commento di Jess Morley dell’Università di Oxford: «Se pensassi che l’app funzionasse davvero, potrei potenzialmente preoccuparmi di meno degli altri problemi, come la privacy, ma penso che sia progettata in modo problematico e probabilmente sarà abbastanza inefficace. È questa combinazione che mi fa dire di no».