La rosacea è una malattia cronica che si manifesta generalmente sul viso, caratterizzata da arrossamenti, vere e proprie fiammate, e irritazioni. Può insorgere in qualsiasi momento dopo i 30 anni con un arrossamento su guance, naso, mento e fronte, che può apparire in modo discontinuo. Nei casi più gravi la rosacea può essere presente anche su collo, torace, cuoio capelluto e orecchie.
In generale, la rosacea, detta anche couperose, è un problema non particolarmente rilevante da un punto di vista clinico, ma importante nel vissuto di chi ne è colpito per le ripercussioni da un punto di vista estetico e le ricadute sull’autostima che, secondo l’americana National Rosacea Society, riguarda tre soggetti su quattro.
“A dispetto del nome, che richiama l’immagine delicata del colore rosa – afferma la dermatologa Adele Sparavigna, Presidente dell’Istituto di Ricerche Cliniche e Bioingegneria Derming – la rosacea o couperose, secondo i più recenti dati pubblicati sulla rivista Annals of Dermatology and Venereology, affligge milioni di persone al mondo con una prevalenza tra l’1 e il 20% della popolazione americana ed europea. In Italia, si stima, colpisca almeno il 10% della popolazione”.
La rosacea provoca arrossamenti persistenti sul volto causati da vasi sanguigni dilatati e di conseguenza maggiormente visibili. Responsabile di questo fenomeno è una sovraespressione del VEGF (fattore di crescita dell’endotelio vascolare) che favorisce la vasodilatazione e la permeabilità dei vasi sanguigni rendendoli fragili. “Il problema è vissuto in modo particolarmente negativo da un punto di vista estetico perché può rivelare specifici comportamenti e sentimenti: gli arrossamenti sono provocati infatti da stimoli diversi, quali, UV, caldo, freddo, emozioni intense, assunzione di alcolici o anche semplice assunzione di bevande calde”, commenta l’esperta.
La rosacea può colpire entrambi i sessi: nella donna la malattia si manifesta più frequentemente anche a causa di squilibri ormonali che caratterizzano la vita del gentil sesso, anche se nell’uomo vengono riscontrati i casi più gravi. La gravità della rosacea può variare notevolmente nei diversi soggetti, e il trattamento deve essere adattato dal medico per ogni singolo caso anche, se va detto, che i farmaci non sono risolutivi e possono essere assunti solo per brevi periodi. Quello che veramente serve è la possibilità di gestire, nel quotidiano, la malattia. Le persone colpite da rosacea hanno la pelle molto sensibile, che risponde in modo sproporzionato agli stimoli, e quindi ha bisogno della protezione e delle cure riservate alla pelle sensibile e delicata.
Articoli correlati
A Siena il nuovo TRD Smart Lab
Si chiama Smart Lab ed è un modello innovativo di strutturare i flussi e organizzare gli spazi di…
Infarto nelle donne, serve maggiore informazione
Ancora oggi molte donne non sanno che l’infarto colpisce il sesso femminile in modo diverso rispetto agli uomini.
Emofilia A, nuovo farmaco migliora la qualità di vita del paziente e riduce i costi per il sistema sanitario
L’emofilia A è una patologia ereditaria causata dall’assenza o da bassi livelli di Fattore VIII che ha un…