La Malattia Renale Cronica (MRC) è un paradosso: sarebbe una patologia semplice da prevenire, facile da diagnosticare ma secondo gli ultimi dati di prevalenza sta diventando un problema di salute pubblica di dimensioni preoccupanti. Secondo uno studio recente della Società Italiana di Nefrologia (SIN), infatti, la prevalenza di MRC è pari al 7%1 nella popolazione italiana, ma è in progressivo e costante aumento, soprattutto perché raggiunge valori ancora più elevati, fino al 50%, in presenza di diabete, ipertensione arteriosa, obesità e dislipidemia.
“La MRC – dichiara il Professor Loreto Gesualdo, Presidente SIN – è una condizione di alterata funzione renale che persiste da oltre 3 mesi ed è classificata in cinque stadi di crescente gravità, dove il 5° stadio corrisponde alla dialisi o al trapianto di rene. I reni sono “i filtri” del nostro organismo e come dei lavoratori instancabili sono impegnati 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 a depurarci dalle sostanze tossiche in gran parte derivanti dall’alimentazione. Tra le funzioni dei reni, vale la pena ricordarne alcune per chiarire come questi organi siano di fondamentale importanza per la nostra salute. I reni sono: controllori dell’equilibrio idrosalino, cioè regolano la quantità di acqua e sali contenuta nel nostro organismo, sono i produttori dell’eritropoietina, un ormone che determina la produzione dei globuli rossi, e della renina, un enzima che interviene nel controllo della pressione e, infine, interviene nel processo di attivazione della Vitamina D che regola il metabolismo osseo.”
Prevenire la MRC significa lavorare per aumentare la consapevolezza che gli stili di vita adeguati possano rappresentare la migliore strategia per prevenire le condizioni maggiormente responsabili del danno renale. Oltre alla prevenzione, è fondamentale un approccio alla patologia che privilegi la diagnosi precoce. Dal momento che la maggior parte delle malattie renali sono “silenti”, cioè senza alcuna sintomatologia clinica rilevante, per la maggior parte della loro storia clinica e talvolta fino agli stadi di malattia più avanzati, la diagnosi di MRC non può attendere la comparsa di sintomi ma deve essere ricercata da parte dei medici. Attendere che un paziente con malattia renale si presenti al medico significa quasi sempre diagnosticarla in fase tardiva, perdendo molte possibilità di un’adeguata ed efficace terapia. Ricercare una malattia renale quando questa è ancora in una fase precoce significa invece avere moltissime possibilità di intervenire per arrestarne o almeno rallentarne la progressione verso gli stadi più evoluti.
“L’approccio più corretto – dichiara il Dott. Giuliano Brunori, Presidente Eletto SIN – è quindi quello non di “attendere” in ospedale ma di andare a “cercare” nella popolazione generale e soprattutto nei soggetti a rischio. Per evidenziare la presenza di una MRC e definire il suo stadio è sufficiente eseguire due semplici test: un esame urine per verificare la presenza di albumina ed un semplice esame ematico, la creatininemia, con successiva stima, attraverso una formula matematica, del valore della filtrazione glomerulare, principale parametro indicativo del funzionamento dei reni. Questi due esami, poco costosi, di semplice esecuzione ed eseguibili in qualsiasi contesto clinico, permettono una rapida stadiazione della MRC e quindi un tempestivo intervento terapeutico che comprenda un approccio farmacologico e nutrizionale, oltre alla modifica di stili di vita. La prevenzione e la diagnosi precoce delle malattie renali rappresentano due degli obiettivi prioritari della Società Italiana di Nefrologia perché un giorno possa realizzarsi il sogno di tutti i nefrologi: un mondo senza dialisi.”
Nel video:
- Loreto GESUALDO
Presidente Società Italiana di Nefrologia- Giuliano BRUNORI
Presidente Eletto Società Italiana di Nefrologia