Malattia di Crohn: altissima prevalenza in Sicilia

La malattia di Crohn è una delle principali Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI. È associata a progressivo danno intestinale, disabilità e peggioramento della qualità di vita. “In Sicilia si stima che vivano tra le 25.000 e le 27.000 persone con Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali; di queste, oltre 12.000 con Malattia di Crohn, patologia in costante aumento in tutte le fasce d’età, sebbene il picco di incidenza si rilevi tra i 16 e i 35 anni. Interessante notare che un secondo picco di incidenza si rileva dopo i 60 anni. La malattia di Crohn ha un alto impatto sulla qualità di vita a causa dei sintomi correlati, tra i quali diarrea cronica, dolori addominali e urgenza evacuativa, e delle manifestazioni extraintestinali, come la spondiloartire assiale e periferica, i disturbi oculari, le patologie epatobiliari; si può inoltre complicare con la malattia perianale, molto invalidante per i pazienti.  Una malattia che, se non adeguatamente controllata, può portare a complicazioni che – spiega Ambrogio Orlando, Direttore UOSD Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali A.O. Ospedali Riuniti Villa Sofia Cervello di Palermo – richiedono l’ospedalizzazione e l’intervento chirurgico. Si stima che dopo 20 anni di malattia circa il 60 % dei pazienti abbia subito almeno un intervento chirurgico”.

Lilly ha annunciato che la Commissione Europea (CE) ha approvato mirikizumab, antagonista dell’interleuchina-23p19 (IL-23p19), per il trattamento della malattia di Crohn in fase attiva da moderata a grave nei pazienti adulti che hanno avuto una risposta inadeguata, hanno perso la risposta o sono risultati intolleranti alla terapia convenzionale o a un trattamento biologico. Mirikizumab era già stato approvato nel 2024 in Italia dall’AIFA come trattamento per gli adulti con colite ulcerosa attiva da moderata a grave.

Mirikizumab agisce nel ridurre l’infiammazione del tratto gastrointestinale prendendo di mira una proteina specifica, l’interleuchina-23p19, fattore chiave dell’infiammazione intestinale nella malattia di Crohn.

Considerato l’ampio spettro di manifestazioni cliniche della malattia di Crohn, mirikizumab può rappresentare un ulteriore strumento nell’armamentario terapeutico, poiché si è dimostrato estremamente efficace – con un’azione nello stesso tempo rapida e duratura nel tempo – per la maggior parte dei pazienti. In un piccolo sottogruppo di pazienti, inoltre, vi può essere una risposta tardiva che deve indurre il clinico ad attendere tale risposta senza sospendere precocemente il farmaco; un dato importante da tenere in considerazione” – sottolinea Orlando. 

Nel video: 

Ambrogio ORLANDO, Direttore Unità Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali Ospedali Riuniti Villa Sofia Cervello di Palermo

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