Fuoco di Sant’Antonio, chi è a rischio spesso lo sottovaluta

Secondo un’indagine internazionale, una persona su due in buona salute del nostro Paese ancora non conosce la pericolosità dell’Herpes Zoster (noto come Fuoco di Sant’Antonio) e soprattutto fra i 50 ed i 60 anni ne sottovaluta i rischi. L’Herpes zoster è la riattivazione del virus della varicella e colpisce le strutture nervose. Alla riattivazione, di solito, si associa una dolorosa eruzione cutanea che, nonostante possa manifestarsi in qualsiasi parte del corpo, compare più frequentemente su un solo lato del corpo (soprattutto torace, addome e viso) sotto forma di vescicole che si distribuiscono in grappoli. 

La prevenzione dell’infezione da Herpes zoster può essere ottenuta in maniera efficace e sicura attraverso un vaccino. E dopo i vaccini “invernali” come quello anti-influenzale, la primavera potrebbe essere la stagione ideale per proteggersi da questo antipatico e doloroso virus.

«Quello che abbiamo capito più recentemente è che le complicanze e le conseguenze dell’Herpes zoster non terminano con la manifestazione clinica della malattia: il dolore può continuare dopo che l’eruzione cutanea è scomparsa e le conseguenze per l’occhio comprendono cheratite, uveite, glaucoma, cataratta. Sappiamo inoltre che nel paziente aumenta in rischio di eventi cardiovascolari e neurologici» avverte Tecla Mastronuzzi, Medico di Medicina Generale di Bari, responsabile nazionale della Macroarea Prevenzione della SIMG. «A fronte di quanto descritto la vaccinazione rappresenta uno strumento fondamentale per prevenire non soltanto la riattivazione della malattia, ma anche il decadimento delle condizioni generali di salute che si può associare a questa condizione. Insomma l’herpes zoster è un brutto incidente, imprevedibile ma sicuramente prevenibile».

Le probabilità di sviluppare l’Herpes Zoster aumentano progressivamente con l’avanzare dell’età, ma anche la presenza di altre patologie può aumentare il rischio di sviluppare l’Herpes Zoster. Le principali sono i tumori, le malattie immunodepressive, le malattie reumatologiche, il diabete e le patologie croniche cardiovascolari, renali e respiratorie. 

«È importante promuovere la vaccinazione nei pazienti oncologici» spiega Sandro Pignata, Direttore dell’Oncologia Medica presso l’IRCCS Istituto Nazionale Tumori Fondazione G. Pascale di Napoli e responsabile scientifico della Rete Oncologica Campana (ROC). «Le stesse linee guida AIOM-Associazione Italiana Oncologia Medica raccomandano fortemente la vaccinazione contro l’Herpes Zoster. In chi si trova ad affrontare un tumore solido del sistema nervoso centrale o in generale un cancro gastrico, colorettale, polmonare, mammario, ovarico, prostatico, renale e vescicale, si calcola sia associato un aumento del rischio di infezione da Herpes Zoster tra il 10-50%».

«È importante proteggere i pazienti con malattie reumatologiche» aggiunge Andrea Doria, professore di Reumatologia presso il Dipartimento di Medicina dell’Università di Padova, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Reumatologia presso l’azienda Ospedale-Università di Padova e presidente SIR-Societàò Italiana di Reumatologia. «In caso di lupus eritematoso sistemico (LES), il rischio di Herpes Zoster aumenta del 150% rispetto alla popolazione di confronto. E per quanto riguarda l’artrite reumatoide, il rischio è quasi doppio rispetto alla popolazione generale». 

Nel video:

  • Tecla MASTRONUZZI, Medico di Medicina Generale – Responsabile nazionale Prevenzione SIMG-Società Italiana di Medicina Generale  
  • Andrea DORIA, Professore di Reumatologia Dipartimento di Medicina Università di Padova; Presidente SIR – Società Italiana di Reumatologia
  • Sandro PIGNATA, Direttore Oncologia Medica Istituto Nazionale Tumori Fondazione G Pascale Napoli; Responsabile scientifico ROC-Rete Oncologica Campana
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