Investire in sanità per sostenere la crescita del Paese

Gli italiani vivono sempre più a lungo ma gli anni vissuti in cattiva salute sono aumentati passando da 11 anni nel 2004 a 16 nel 2023, a causa di una elevata prevalenza di patologie ad alto impatto causate da una molteplicità di fattori di rischio a partire da sedentarietà, obesità, fumo. È quindi necessario investire in sanità per sostenere la crescita del Paese, come è stato sottolineato al diciannovesimo Forum Meridiano Sanità. Dal dibattito con numerosi esperti intervenuti al Forum sono emerse linee di azione e proposte per investire nella salute della popolazione e garantire il benessere dei cittadini.

«È chiaro che investire nella salute della popolazione è una necessità, non solo per garantire il benessere dei cittadini e della collettività, ma anche per migliorare la produttività e accelerare la crescita economica del Paese» spiega Valerio De Molli, Managing Partner e CEO di The European House – Ambrosetti e TEHA Group. «È necessario lavorare a un vero e proprio “Piano Marshall” per la prevenzione sanitaria, puntando su stili di vita sani, immunizzazione e campagne di screening. Si tratta di strumenti fondamentali per migliorare le condizioni di salute e contenere i costi futuri per il sistema sanitario e di welfare, e contribuire alla riduzione delle difformità territoriali». 

Troppe disparità tra Nord e Sud

Secondo un’analisi presentata da Meridiano Sanità, sono però ancora presenti significative disparità regionali derivanti da sistemi di accesso regionali differenti, che generano difformità nei tempi e nell’equità di accesso alle cure sanitarie da parte dei pazienti. «Per un Sevizio Sanitario più equo è necessario intervenire sulle disuguaglianze di salute, a partire dalla riduzione della migrazione sanitaria tra le regioni del Sud e del Nord Italia» avverte Domenico Mantoan, Direttore Generale AGENAS – Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali. 

I dati dell’analisi rilevano inoltre notevoli differenze regionali in termini di accesso ai farmaci: il tempo mediano di accesso presenta un gap temporale superiore ai sei mesi tra la Regione più rapida e quella più lenta nel rendere disponibile un farmaco. Sull’utilizzo effettivo dei farmaci, la Regione che utilizza di più i farmaci presenta consumi più di due volte superiori a quella che ne consuma meno. 

Per nessun cittadino italiano, comunque, sono disponibili farmaci che invece possono utilizzare altri cittadini europei. Per quanto riguarda la disponibilità, infatti, nessuna Regione ha acquistato e quindi reso disponibili tutti i farmaci oggetto dell’analisi (la disponibilità è in media tra il 53 e il 63%).

Nel video:

  • Daniela Bianco, Partner The European House – Ambrosetti  e Responsabile Practice Healthcare TEHA Group
  • Valerio De Molli, Managing PARTNER e CEO di The European House – Ambrosetti e TEHA Group
  • Domenico Mantoan, Direttore Generale AGENAS – Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali
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