Epatite C, il programma di screening non deve essere interrotto

L’epatite C è una malattia infiammatoria del fegato causata da un virus, che nella maggior parte dei casi evolve in epatite cronica, fibrosi, cirrosi e tumore del fegato. Questo processo dura molti anni, durante i quali l’infezione resta silente.

Con l’arrivo di farmaci estremamente efficaci, in Italia nel 2020 è stato avviata una campagna per individuare le infezioni sommerse e trattarle precocemente. Nonostante l’efficacia delle terapie, il programma di screening rischia di essere interrotto a fine 2024. Per questo motivo Società Scientifiche, Associazioni di Pazienti e Istituzioni chiedono di prorogare il programma di screening al 2025 ed estenderlo alle persone nate tra il 1948 e il 1968, che attualmente non sono incluse.

«Lo screening ha permesso di identificare ad oggi oltre diecimila persone che non sapevano di avere l’infezione da epatite C e che in molti casi abbiamo potuto avviare al trattamento. Questi risultati sono stati ottenuti nonostante il programma abbia subito ritardi e in molte Regioni non sia stato completamente implementato» spiega Massimo Andreoni, Direttore scientifico SIMIT-Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali. «Risultati che danno un importante segnale sulle potenzialità dello screening. È fondamentale che il programma venga prorogato, ampliato a fasce di popolazione più ampie, attivato in tutte le Regioni e anche promosso con campagne di sensibilizzazione e comunicazione efficaci. Stiamo finalmente assistendo a una riduzione delle complicanze da epatite C, ma se lo screening dovesse venire interrotto, queste torneranno certamente ad aumentare, con un impatto inevitabile sul Sistema Sanitario Nazionale».

Secondo il Rapporto ISHEO, il programma di screening per il virus dell’epatite C ad oggi ha raggiunto l’11% della popolazione tra i 35 e i 55 anni. Per gli esperti è fondamentale prorogarlo al 2025 ed estenderlo alle fasce di età più a rischio, cioè alle persone nate tra il 1948 e il 1968.

Nel video:

  • Massimo Andreoni, Direttore scientifico SIMIT-Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali
  • Roberta D’ambrosio, Epatologa Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico Milano
  • Ivan Gardini, Presidente EpaC ETS
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