La perdita di massa muscolare, la sarcopenia, colpisce sempre più persone al di là della popolazione anziana, interessando anche pazienti con patologie epatiche avanzate, ad esempio la cirrosi, come dimostrano alcuni studi presentati al XVI Convegno Nazionale del Club Epatologi Ospedalieri – CLEO, organizzato da Strategie srl, che si è recentemente tenuto a Roma.
Seppure con un’ampia variabilità, molto condizionata dalla nutrizione, dopo i 50 anni circa l’1-2% della massa muscolare viene persa ogni anno, per una riduzione totale tra il 30 e il 50% all’età di 80 anni. Questo processo, la sarcopenia, è caratteristico negli anziani e aumenta il rischio di disabilità fisica, cadute, fratture, scarsa qualità di vita, complicanze e mortalità, oltre a essere un fattore di rischio per altre malattie. Con l’invecchiamento della popolazione, la sarcopenia è sempre più diffusa, ma a caratterizzare l’aumento della prevalenza è il coinvolgimento anche di altre popolazioni fragili: oltre ai pazienti oncologici, sta diventando una caratteristica sempre più presente nei pazienti cirrotici, soprattutto quando la cirrosi raggiunge livelli più avanzati.
“La sarcopenia si può instaurare per vari motivi nel paziente cirrotico – sottolinea Rodolfo Sacco, Presidente CLEO e Direttore Struttura Complessa di Gastroenterologia e Endoscopia Digestiva dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico di Foggia – Il fattore principale può essere legato alla malnutrizione, che provoca un minore introito calorico; negli uomini un calo del testosterone, che favorisce la perdita di massa muscolare; un’alterazione di alcune proteine, come una produzione eccessiva di miostatina, che limita la produzione di massa muscolare. Il risultato è che spesso vi sono pazienti cirrotici molto magri, fragili, con un versamento ascitico o una ritenzione di liquidi nell’addome, che provoca una pancia gonfia in un substrato denutrito e scarno”.
“La prevalenza di sarcopenia nel paziente cirrotico è molto elevata, variando all’interno di una forbice che spazia dal 20 al 90%, in relazione ai vari stadi della cirrosi, con l’aspetto nutrizionale e la relativa perdita di massa muscolare che mutano a seconda delle fasi” aggiunge Rodolfo Sacco.