Il Convegno Nazionale di AIL-Associazione Italiana contro Leucemie, Linfomi e Mieloma per esplorare le correlazioni esistenti tra le esposizioni agli inquinanti ambientali e le conseguenze sulla salute dei cittadini, e provare a immaginare scenari possibili per integrare politiche ambientali e sanitarie.
«Il rapido aumento del carico oncologico globale riflette sia l’invecchiamento della popolazione, sia i cambiamenti nell’esposizione delle persone ai fattori di rischio, molti dei quali sono associati allo sviluppo socioeconomico» avverte Giuseppe Toro, Presidente Nazionale AIL. «L’inquinamento atmosferico rimane un fattore di rischio ambientale di primaria importanza. L’aumento dell’incidenza tumorale coincide con l’inevitabile innalzamento dei costi pubblici che gravano sulla spesa sociale delle famiglie, rafforzando le disparità sociali e territoriali e gravando, inoltre, sul Sistema Sanitario Nazionale».
L’inquinamento atmosferico rimane un fattore di rischio ambientale di primaria importanza, ma secondo gli esperti riuniti al Convegno AIL si riscontra un grande ritardo nell’adozione di misure per contrastare questi scenari preoccupanti. «L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) richiama l’attenzione sul fatto che circa il 22% delle malattie globali sia dovuto all’esposizione a fattori ambientali modificabili» aggiunge Aurelio Angelini, Professore di Sociologia dell’Ambiente e del Territorio all’Università di Enna Kore. «Questa percentuale sale tra il 23 e il 26% nei bambini. Gran parte di questi rischi, però, potrebbero essere evitati attraverso la riduzione del rischio ambientale».
Nel video:
- Giuseppe TORO, Presidente Nazionale AIL
- Adriano VENDITTI, Direttore U.O.C. Ematologia Fondazione Policlinico Università degli Studi di Roma Tor Vergata
- Aurelio ANGELINI,Professore di Sociologia dell’Ambiente e del Territorio Università di Enna Kore