Il Virus Respiratorio Sinciziale provoca ogni anno epidemie invernali

Si trasmette per via aerea, attraverso l’inalazione di goccioline generate da uno starnuto o dalla tosse, o per contatto diretto delle secrezioni nasali infette con le membrane mucose degli occhi, della bocca o del naso.

Anche se la maggior parte dei casi presenta una forma lieve, il Virus Respiratorio Sinciziale, VRS, può peggiorare le patologie preesistenti e causare gravi complicazioni come la bronchiolite, l’infiammazione delle basse vie respiratorie e le polmoniti.

“È importante sottolineare che più dell’80% dei casi di ricovero in terapia intensiva per patologie correlate al virus respiratorio sinciziale coinvolge bambini privi di precedenti clinici rilevanti. Solo nella scorsa stagione epidemica (2023-2024), presso l’Ospedale Bambino Gesù, si sono verificati 750 ricoveri e 3 decessi a causa della bronchiolite provocata dal VRS, generando un enorme impatto sociale ed economico che, grazie alle innovazioni, potrebbe oggi essere evitato» avverte Alberto Villani, Coordinatore Area Pediatria Universitaria Ospedaliera dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. «La protezione fornita dagli anticorpi monoclonali giocherà un ruolo clinico significativo anche nel medio e lungo termine, considerando che il virus è responsabile dello sviluppo di patologie quali l’asma, già in età evolutiva, e la BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva) nell’adulto e nell’anziano. Proteggere i bambini dalla bronchiolite rappresenta inoltre un importante contributo per la sostenibilità del SSN».

Durante il congresso internazionale ID Week 2024, tenutosi in ottobre a Los Angeles, California, sono stati presentati nuovi studi riguardanti un anticorpo monoclonale, clesrovimab, che potrebbe migliorare significativamente il trattamento del virus respiratorio sinciziale. 

«In termini di sanità pubblica i dati della sperimentazione risultano eccellenti per efficacia, sicurezza e tollerabilità» commenta Roberta Siliquini, Professore Ordinario di Igiene Generale e Applicata presso il Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche dell’Università di Torino e Presidente della Società Italiana di Igiene (SItI). «Clesrovimab è un farmaco preventivo che va ad agire su una patologia estremamente diffusa e grave soprattutto nei neonati è la risposta che serve per gestire al meglio le patologie RSV-correlate. Speriamo di avere al più presto questa nuova freccia all’arco della prevenzione, perché ampliare il parco di farmaci disponibili è fondamentale per utilizzare il più appropriato per ogni soggetto».

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