Gli eosinofili sono un tipo di globuli bianchi che rivestono un importante ruolo nella risposta dell’organismo alle reazioni allergiche, all’asma e alle infezioni.
Un aumento degli eosinofili è associato a un’infiammazione che può favore la comparsa di diverse patologie respiratorie.
Al congresso annuale dell’European Respiratory Society (ERS) sono stati presentati nuovi dati su una di queste patologie, la EGPA, una malattia rara cronica che colpisce le pareti dei vasi sanguigni di piccole e medie dimensioni (vasculite), caratterizzata dalla presenza contemporanea di più patologie (asma e rinosinusite cronica con poliposi), e dalla comparsa di danni a carico dei diversi organi colpiti. Grazie all’individuazione di una causa comune e partendo dallo studio dell’asma grave, i medici ora dispongono di mepolizumab, un’unica terapia di precisione efficace anche per altre malattie respiratorie, come appunto la EGPA.
«Mepolizumab è una risposta positiva ai bisogni delle persone con EGPA, ormai è una realtà, ha rivoluzionato l’approccio e il trattamento di questa patologia, ha migliorato enormemente la qualità di vita dei pazienti, consentendo addirittura di sospendere altre terapie a base di cortisone, che è sempre stato il cardine nel trattamento di questi pazienti, ma che presenta importanti effetti collaterali» conferma Giacomo Emmi, Professore Ordinario di Medicina Interna, Dipartimento di Scienze Mediche, Università di Trieste.
Mepolizumab ha ottenuto risultati promettenti anche per il controllo della BPCO, la broncopneumopatia cronica ostruttiva.
«Negli ultimi anni abbiamo scoperto e imparato aspetti specifici della BPCO e il ruolo di alcune molecole che noi chiamiamo interleuchine nello sviluppo delle infiammazioni e nell’aggravarsi dei sintomi» conferma Fulvio Braido, Professore di Medicina Respiratoria all’Università di Genova, in un incontro al congresso della European Respiratory Society (ERS), che si è svolto recentemente a Vienna. «Grazie alla ricerca abbiamo avuto anche la possibilità di avere a disposizione nuove terapie che bloccano il meccanismo che favorisce l’infezione. Oggi abbiamo l’opportunità di spegnere queste specifiche vie infiammatorie: stiamo ancora imparando, ma abbiamo già degli strumenti decisamente efficaci».
Al congresso europeo sono stati presentati anche nuovi studi che raccomandano la vaccinazione negli adulti contro il virus sinciziale, che aumenta di quattro volte il rischio di ricoveri ospedalieri nelle persone con BPCO e asma.
«Fino a poco tempo si pensava che solo la i bambini fossero soggetti al virus sinciziale, in realtà tutta popolazione può essere infettata, in particolare le persone avanti con l’età e i soggetti con malattie croniche come la BPCO, l’enfisema, l’asma, lo scompenso cardiaco, il diabete. Per queste persone è consigliabile vaccinarsi» conferma Pierachille Santus, Professore Associato di Malattie Respiratorie dell’Università degli Studi di Milano e Direttore dell’Unità di Pneumologia all’Ospedale Sacco, Milano.
Nel video:
- Giacomo EMMI, Professore Ordinario di Medicina Interna, Dipartimento di Scienze Mediche, Università di Trieste; Direttore UCO Medicina Clinica, Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina
- Fulvio Braido, Professore di Medicina Respiratoria Università di Genova
- Pierachille SANTUS, Direttore/Responsabile Pneumologia Ospedale Luigi Sacco – Polo Universitario – Milano
- Barbara GRASSI, VP & Country medical director GSK Italia