Dopo un infarto, mantenere sotto controllo i livelli di colesterolo “cattivo” LDL è vitale per prevenire nuovi eventi cardiovascolari. Tuttavia, molti pazienti non riescono a ridurlo adeguatamente, perdendo il beneficio di diminuire il rischio di secondi eventi cardiovascolari, esponendosi a possibili ricadute. La buona notizia arriva dalla pratica clinica che dimostra come l’approccio “colpisci presto, colpisci forte” possa fare la differenza aiutando i pazienti a raggiungere tempestivamente i livelli raccomandati di colesterolo LDL e offrendo una protezione efficace e sicura nella delicata fase post-infarto.
«Il periodo immediatamente successivo a un infarto è una fase vulnerabile per i pazienti, con un alto rischio di successivi eventi cardiovascolari ischemici, soprattutto nei primi mesi fino al primo anno, e un tasso di mortalità complessiva intorno al 10%» spiega Pasquale Perrone Filardi, Direttore della Scuola di specializzazione in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare, Università “Federico II” di Napoli, Presidente SIC-Società Italiana di Cardiologia. «Intervenire subito, già durante il ricovero ospedaliero sul colesterolo LDL, rappresenta un’opportunità per ottimizzare la terapia, raggiungere rapidamente i livelli target e ridurre il rischio di un secondo evento cardiovascolare entro l’anno. Gli anticorpi monoclonali inibitori di PCSK9 si sono dimostrati efficaci e sicuri nell’implementare questo protocollo terapeutico, come evidenziato dallo studio AT TARGET-IT».
Lo studio italiano AT TARGET-IT, pubblicato sull’European Journal of Preventive Cardiology, mostra che intervenire subito dopo l’infarto, già durante il ricovero, in modo intensivo con anticorpi monoclonali inibitori di PCSK9, abbassa i livelli di LDL fino al 70%. L’approccio “colpisci presto, colpisci forte” ha portato il 68% dei pazienti a raggiungere l’obiettivo raccomandato di LDL (55 mg/dL) già al primo controllo.
«I pazienti che hanno avuto un infarto sono considerati ad altissimo rischio. Le linee guida europee raccomandano di raggiungere livelli di LDL inferiori a 55 mg/dL, e addirittura sotto i 40 mg/dL per chi ha avuto multipli eventi cardiovascolari» prosegue Perrone Filardi. «Tutti i pazienti dopo l’infarto dovrebbero fare un controllo dopo quattro settimane di terapia anti-lipidica per verificare l’efficacia del trattamento e se i livelli di LDL non sono ancora ottimali, è necessario modificare e ottimizzare la terapia».