Virus sinciziale, un serio pericolo per le persone con malattie respiratorie e cardiache

Le persone con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e asma presentano un rischio più elevato anche di quattro volte di peggioramento della malattia e di ospedalizzazione a causa del virus sinciziale. Inoltre il virus sinciziale peggiora la condizione delle persone con malattie cardiovascolari favorendo la comparsa di infarto, fibrillazione atriale e di ospedalizzazione nelle persone con scompenso cardiaco fino a otto volte di più. 

Sono dati presentati al congresso della Società di Malattie Respiratorie ERS, che si è svolto recentemente a Vienna. Eppure il virus sinciziale, che è la seconda malattia respiratoria più comune dopo la polmonite nelle persone anziane, non è molto conosciuto oppure è considerato un virus diffuso soltanto nei bambini.

«Fino a poco tempo si pensava che solo i bambini fossero soggetti al virus sinciziale, in realtà tutta popolazione può essere infettata,  in particolare le persone avanti con l’età e i soggetti con malattie croniche come la BPCO, l’enfisema, l’asma, lo scompenso cardiaco, il diabete. Per queste persone è consigliabile vaccinarsi» conferma Pierachille Santus, Professore Associato di Malattie Respiratorie dell’Università degli Studi di Milano e Direttore dell’Unità di Pneumologia all’Ospedale Sacco, Milano.

Da giugno 2023, il vaccino contro il virus sinciziale è stato approvato in Europa per gli adulti di età pari o superiore a 60 anni e in questi giorni la Commissione europea ha autorizzato  il vaccino per l’immunizzazione attiva nella prevenzione della malattia anche negli adulti di età compresa tra 50 e 59 anni a rischio aumentato. 

«Il vaccino ha la capacità di essere efficace per almeno due anni con un’unica somministrazione, con efficacia del 94% nel primo anno e del 67% nel secondo anno. In particolare nelle persone oltre i 70 anni con una malattia respiratoria oppure cardiaca o renale, la copertura è superiore al 95%» spiega Santus.  «Teoricamente chiunque potrebbe fare il vaccino, ma la nuova indicazione è riferibile alle persone tra 50 e 59 anni che hanno una patologia grave o immunosoppressiva o che stanno ricevendo terapie immunopsoppressive, per cui si riferisce tra gli altri a pazienti oncologici o con patologie reumatologiche, a persone con BPCO, enfisema, asma bronchiale severa».

Intervista a:
Pierachille SANTUS
Professore Associato di Malattie Respiratorie dell’Università degli Studi di Milano
Direttore dell’Unità di Pneumologia all’Ospedale Sacco, Milano

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