Il Papillomavirus rappresenta la causa principale di tumore del collo dell’utero, che dopo quello al seno è il cancro più diffuso nella popolazione femminile. Il Papillomavirus è la più frequente infezione trasmessa sessualmente: si stima che 4 persone su 5 siano infettate dal virus nel corso della vita, sia donne sia uomini. L’assenza di sintomi ne favorisce la diffusione poiché la maggior parte degli individui affetti non è a conoscenza del processo infettivo in corso. Nonostante la maggior parte delle infezioni regredisca spontaneamente, l’infezione può evolvere nel tempo in lesione precancerosa e cancro.
«La vaccinazione rappresenta una efficace strategia di prevenzione, da affiancare ai programmi di screening e al rispetto delle appropriate precauzioni contro le malattie a trasmissione sessuale, e può prevenire circa il 90% dei tumori HPV-correlati» spiega Saverio Cinieri, Presidente di Fondazione AIOM-Associazione Italiana di Oncologia Medica e Direttore dell’UOC Oncologia Medica e Breast Unit dell’ASL di Brindisi.
«Attualmente il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale garantisce il vaccino gratuitamente per ragazzi e ragazze al dodicesimo anno di vita, ma il tasso di vaccinazione è in calo negli ultimi anni, complice anche la pandemia da Covid».
Per incrementare la percentuale di vaccinati, il Consiglio Regionale della Puglia ha approvato un progetto di legge che introduce l’obbligo per gli studenti di presentare una certificazione di avvenuta vaccinazione per potersi iscrivere ai corsi di istruzione.
In particolare, si prevede, al fine di “rendere capillare il dovere di informazione a carico delle autorità sanitarie e scolastiche sull’utilità della vaccinazione anti Papillomavirus umano, così da debellare le infezioni e prevenire le relative conseguenze cancerose, nell’esclusivo interesse dei giovani pugliesi a una vita di relazione quanto più libera e affidabile, che l’iscrizione ai percorsi d’istruzione previsti nella fascia di età 11-25 anni, compreso quello universitario, sia subordinata, salvo formale rifiuto di chi esercita la responsabilità genitoriale oppure, dei soggetti interessati che hanno raggiunto la maggiore età, alla presentazione di documentazione, già in possesso degli interessati, in grado di certificare l’avvenuta vaccinazione anti-HPV, oppure un certificato rilasciato dai centri vaccinali delle Aziende sanitarie locali (ASL) di riferimento, attestante la somministrazione, l’avvio del programma di somministrazione oppure il rifiuto alla somministrazione del vaccino”.
Nel video:
Saverio CINIERI, Presidente di Fondazione AIOM-Associazione Italiana di Oncologia Medica. Direttore dell’UOC Oncologia Medica e Breast Unit ASL di Brindisi