Malattia Renale Cronica, verso un futuro senza dialisi

La malattia renale cronica è il declino graduale della funzionalità dei reni, che porta a un danno renale graduale, a ipertensione, problemi cardiovascolari, per arrivare allo stadio terminale della malattia, ossia alla dialisi o al trapianto. In Italia il 40% dei pazienti diabetici è affetto da malattia renale cronica e si stima che nel nostro Paese ci siano circa cinquantamila pazienti dializzati.

Questo, oltre ad avere un forte impatto negativo su sopravvivenza e qualità di vita dei pazienti, comporta anche un onere significativo per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. Basti pensare che un paziente in emodialisi ha un costo di circa 40-50.000 euro allanno.

Nelle fasi iniziali la malattia renale cronica in genere non presenta sintomi. Quando compaiono, i sintomi possono includere nausea, vomito, perdita dell’appetito, debolezza, disturbi del sonno, diminuzione della lucidità mentale, gonfiore a piedi e caviglie. 

Si tratta di una patologia complessa, ma le alterazioni patologiche di base sono facilmente individuabili attraverso semplici analisi del sangue e delle urine. La diagnosi precoce è fondamentale, per prevenire le complicanze, ritardare la progressione e trattare adeguatamente le alterazioni.

Oltre alla gestione rigorosa dei fattori di rischio, come glicemia nel sangue, pressione alta e colesterolo, diverse strategie farmacologiche mirano a ridurre la progressione della malattia renale cronica, ma non sempre in modo efficace. «Gli strumenti che fino ad ora avevamo a disposizione non soddisfano pienamente le esigenze dei pazienti con malattia renale cronica associata a diabete di tipo 2» avverte Luca De Nicola, Professore di Nefrologia all’Università della Campania L. Vanvitelli di Napoli. «Il quadro delineato mette in evidenza quanto fosse urgente individuare ulteriori terapie a protezione dei reni, per dare una risposta a questo importante bisogno non soddisfatto per i pazienti».

E una risposta arriva dall’AIFA-Agenzia Italiana del Farmaco, che ha ammesso la rimborsabilità di finerenone, un nuovo farmaco che ha dimostrato un’importante capacità protettiva sia renale sia cardiovascolare in pazienti con malattia renale cronica associata a diabete di tipo 2.

«Le attuali terapie, che rappresentano lo standard di cura, agiscono principalmente sui meccanismi metabolici ed emodinamici, mentre i processi infiammatori e fibrotici, che giocano un ruolo cruciale nella progressione della malattia renale cronica, prima dell’arrivo di finerenone non venivano influenzati da alcuna strategia terapeutica» conferma Paola Fioretto, Professoressa di Medicina Interna all’Università di Padova. «L’aggiunta di questo farmaco nell’armamentario terapeutico garantisce, quindi, una più completa protezione dei reni».

Nel video:
Luca DE NICOLA, Professore di Nefrologia Università della Campania L. Vanvitelli di Napoli 

Loreto GESUALDO, Professore di Nefrologia Università degli Studi Aldo Moro di Bari

Paola FIORETTO, Professoressa di Medicina Interna Università di Padova

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