Mieloma multiplo, l’aggiunta di un farmaco riduce la progressione della malattia

Il mieloma multiplo è un tumore del midollo osseo che colpisce prevalentemente le persone anziane. Nei pazienti più giovani può essere utilizzato il trapianto di cellule staminali, e negli altri casi il trattamento prevede attualmente una combinazione di tre farmaci. 

Al congresso americano di oncologia ASCO è stato presentato uno studio che dimostra come l’aggiunta di isatuximab, un anticorpo monoclonale, riduca il rischio di progressione di malattia o di morte.

Si chiama IMROZ ed è il primo studio di fase 3 a livello mondiale che dimostra come l’anticorpo monoclonale anti-CD38 isatuximab in combinazione con lo standard di cura VRd (bortezomib, lenalidomide e desametasone) riduca del 40% il rischio di progressione della malattia o di morte rispetto a VRd seguito da lenalidomide desametasone (Rd) in pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi (NDMM) non eleggibili al trapianto.

I risultati sono stati condivisi all’ASCO contemporaneamente pubblicati sul NEJM New England Journal of Medicine 

«I risultati dello studio IMROZ confermano il potenziale di isatuximab come nuovo caposaldo nel trattamento del mieloma multiplo di nuova diagnosi. I dati mostrano infatti un significativo vantaggio in termini di sopravvivenza libera da progressione di malattia in pazienti non eleggibili al trapianto» spiega Michele Cavo, Direttore dell’UOC di Ematologia “Seragnoli” – IRCCS, AOU Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna, Università degli Studi di Bologna e Principal Investigator di IMROZ per l’Italia. «Questo beneficio ottenuto nella prima linea di terapia contribuisce al potenziale miglioramento globale degli esiti a lungo termine di una malattia curabile ma ancora non guaribile e con una elevata probabilità di discontinuazione nelle linee di trattamento successive alla prima».

La FDA ha accettato di esaminare con Priority Review la domanda di licenza biologica supplementare (sBLA) per l’uso sperimentale di isatuximab in combinazione con VRd per il trattamento di pazienti con NDMM non eleggibili a trapianto. Il dossier è in revisione anche nell’Unione Europea (UE). Isatuximab sarà la prima terapia anti-CD38 in combinazione con lo standard di cura VRd per il trattamento di pazienti di nuova diagnosi non eleggibili al trapianto; questa sarebbe la terza indicazione per isatuximab nel mieloma multiplo.

«Oltre all’elevata risposta dei pazienti, per cui possiamo parlare di malattia minima residua, sono notevoli i dati riguardanti il mantenimento della risposta, ottima, profonda e duratura» commenta Maria Teresa Petrucci, Dirigente Medico dell’Azienda Policlinico Umberto I, Sapienza Università di Roma.

Nel video:

  • Michele CAVO
    Direttore UOC di Ematologia “Seragnoli” Policlinico S. Orsola-Malpighi e Università degli Studi di Bologna
  • Maria Teresa PETRUCCI
    Dirigente Medico Azienda Policlinico Umberto I, Sapienza Università di Roma
  • Mariangela AMOROSO
    Country Medical Lead & Medical Head Specialty Care Sanofi Italia 
Total
0
Condivisioni
Articolo Precedente

Tumore al seno metastatico, un nuovo farmaco raddoppia l’efficacia rispetto alla chemioterapia

Articolo Successivo

Innovazione in Emofilia: nasce Froggy, un supporto per migliorare l’autoinfusione e l’aderenza alla terapia

Articoli correlati