In Italia, il tumore della prostata è il più frequente negli uomini: nel 2023 si stima siano stati diagnosticati circa quarantamila nuovi casi e sono più di mezzo milione gli uomini che vivono con una diagnosi di tumore della prostata.
Per i pazienti con malattia nella fase avanzata è indicata la terapia di deprivazione androgenica che mira ad abbassare la produzione di testosterone, l’ormone che sostiene lo sviluppo del tumore, però le attuali terapie presentano diversi limiti, tra cui un forte incremento iniziale del testosterone e reazioni nel sito di iniezione del farmaco. Inoltre, queste somministrazioni devono essere praticate da un operatore sanitario in ambiente ospedaliero o in regime ambulatoriale. Se i pazienti manifestano effetti collaterali da tali formulazioni, si rende necessaria l’interruzione della terapia e possono essere necessari diversi mesi perché gli effetti collaterali si risolvano.
Recentemente è disponibile e rimborsata relugolix, una terapia orale di deprivazione androgenica indicata per il trattamento del carcinoma prostatico avanzato ormonosensibile, che agisce più rapidamente e assicura una soppressione rapida e sostenuta dei livelli di testosterone.
«L’azione rapida di relugolix permette di evitare l’esacerbazione dei sintomi legati al tumore alla prostata, come dolore e disturbi urinari, tipica delle prime settimane di trattamento ed evita quindi la somministrazione della terapia per contrastarli» spiega Giuseppe Procopio, Direttore del Programma Prostata e della Oncologia Medica Genitourinaria del Dipartimento di Oncologia Medica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. «Gli studi clinici che hanno portato all’approvazione di questa novità terapeutica dimostrano la sua efficacia nel raggiungere nel giro di pochi giorni la riduzione del testosterone ai livelli di castrazione e di mantenere tali livelli a lungo».