In Toscana ogni anno si registrano 3.400 nuovi casi di tumore al seno, ma 7 su 10 sono in fase iniziale e quindi più facilmente trattabili. Questo grazie ai programmi di controllo, come la mammografia, che permettono di effettuare sempre più spesso la diagnosi nei primi stadi di malattia.
«Nel nostro Centro seguiamo circa mille nuovi casi di tumore della mammella l’anno» spiega Lorenzo Livi, Professore di Radioterapia all’Università di Firenze e Direttore del Centro di Radioterapia Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze. «Le donne vengono indirizzate al nostro Centro e vengono valutate per accedere al percorso diagnostico-terapeutico e per il follow up. All’interno del Centro abbiamo tutti i principali servizi utili a migliorare la qualità di vita della paziente».
Oggi i medici oncologi sanno che i tumori della mammella non sono tutti uguali. In particolare sette su dieci sono tumori con espressione dei recettori ormonali ed HER2 negativi. Sono forme con prognosi migliore rispetto ad altre, ma che comunque possono avere una recidiva e la comparsa di metastasi anche in altri organi.
In questa forma di tumore, in aggiunta all’ormonoterapia oggi sono disponibili farmaci chiamati inibitori di CDK4/6, come abemaciclib, che riducono il rischio di ricomparsa di malattia e in più sono efficaci contro l’insorgenza di metastasi in altri organi.
«Abemaciclib viene somministrato nelle pazienti metastatiche fino a progressione di malattia e nel setting precoce, quindi come terapia adiuvante, viene somministrato per due anni. È un farmaco orale, maneggevole e ben tollerato con scarsi effetti collaterali come la diarrea» conferma Livi. «Recentemente, al congresso europeo di oncologia ESMO sono stati presentati i dati di efficacia a 5 anni dello studio MonarchE. I risultati di questo studio hanno dimostrato che i pazienti trattati con abemaciclib più terapia endocrina nel setting precoce avevano un rischio ridotto di ricomparsa del tumore, con un beneficio assoluto a 5 anni del 7,6% per quanto riguarda la ricaduta del tumore a livello mammario e del 6,7% per l’insorgenza delle metastasi in altri organi, confermando l’efficacia a lungo termine di questo approccio terapeutico».
Nel video:
Lorenzo LIVI
Professore di Radioterapia Università di Firenze e Direttore Centro di Radioterapia Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze