Almeno 2 persone su 10 non sanno cosa sia il Fuoco di Sant’Antonio e una su 2 dice di saperne poco. Eppure, quasi 2 su 3 conoscono altri che ne hanno sofferto e il 12% l’ha addirittura avuto. Sono alcuni dei dati emersi da un sondaggio globale promosso da Gsk in occasione della Settimana Internazionale di Sensibilizzazione sull’Herpes Zoster, in programma dal 26 febbraio al 3 marzo 2024.
L’Herpes zoster è una malattia infettiva scatenata dalla riattivazione del virus che causa la varicella. Il 90% degli adulti ha già contratto il virus della varicella quindi è potenzialmente a rischio di sviluppare il Fuoco di Sant’Antonio. Alla riattivazione, di solito, si associa una dolorosa eruzione cutanea che, nonostante possa manifestarsi in qualsiasi parte del corpo, compare più frequentemente su un solo lato del torace o dell’addome sotto forma di una singola striscia di vescicole.
Oggi è a disposizione un vaccino che consente di prevenire questa patologia, che può avere un profondo impatto sulla vita delle persone e delle loro famiglie. Per questo è importante che la popolazione adulta, e in particolare i soggetti fragili e a rischio, si rivolgano al proprio medico di fiducia per avere indicazioni su come riconoscere, comprendere e ridurre il rischio di sviluppare questa malattia debilitante.
Sono numerose le evidenze scientifiche che mostrano l’importanza della vaccinazione per le categorie fragili. L’anziano va incontro a immunosenescenza (fisiologico declino delle funzionalità del sistema immunitario), ma oltre ad essere consigliata agli over-65 la vaccinazione è raccomandata, e offerta in maniera gratuita, anche ai soggetti con patologie croniche, tra cui il diabete, le malattie reumatologiche, la broncopneumopatia cronica ostruttiva.
Esistono infatti precise evidenze cliniche che mostrano come la presenza di queste patologie aumenti il rischio sia di sviluppare l’infezione da Herpes Zoster. In più iil vaccino è raccomandato alle persone immunodepresse a causa di terapie come per esempio quelle contro i tumori.