Malattia renale cronica, come ritardare l’ingresso in dialisi

La malattia renale cronica colpisce più di quattro milioni di persone in Italia. 

Di questi oltre un milione si trova negli stadi avanzati che precedono l’inizio della dialisi.  Questi numeri sono in continuo aumento per l’invecchiamento della popolazione e l’aumento di diverse patologie, come diabete, ipertensione e obesità, che possono causare la comparsa o il peggioramento della malattia renale cronica. 

Secondo i dati preliminari di uno studio presentato al Congresso della SIN-Società Italiana di Nefrologia, un progetto focalizzato sul trapianto pre-emptive, condotto dall’università di Bari con il supporto non condizionante di Dr Schär, racconta come un approccio basato su una terapia dietetico nutrizionale su misura, un counseling psicologico e la musicoterapia, possa evitare o comunque allungare il periodo dell’ingresso in dialisi del paziente.

«Stiamo portando avanti questo studio clinico volto a creare un modello pilota di assistenza del paziente con un approccio olistico multidisciplinare, attraverso l’integrazione delle competenze professionali di diverse figure sanitarie, ovvero nefrologo, nutrizionista, psicologo e musicoterapeuta, considerando anche i risvolti sociali, psicologici e socioeconomici della malattia renale cronica» spiega Loreto Gesualdo, Nefrologo del Policlinico di Bari. «Il nostro obiettivo è quello di allungare il più possibile il periodo di dialisi-free per il paziente ma nello stesso tempo migliorarne la qualità della vita. I risultati raggiunti ad oggi ci confermano che siamo sulla giusta strada e che l’approccio terapeutico multidisciplinare aggiunge ulteriore valore alla terapia». 

I dati preliminari dello studio confermano come la Terapia Dietetico-Nutrizionale (TDN) sia una componente importante della gestione conservativa del paziente affetto da malattia renale cronica. Poiché la TDN si fonda sulla riduzione dell’apporto proteico, gli alimenti aproteici rappresentano un presidio fondamentale per la corretta elaborazione e attuazione di una dieta ipoproteica. Costituiti da carboidrati e pressoché privi di proteine, fosforo, sodio e potassio, tali prodotti consentono di mantenere elevato l’apporto energetico, fornendo energia “pulita” e lasciando più spazio ad alimenti ricchi in proteine ad alto valore biologico per garantire l’apporto di aminoacidi essenziali.  In tal modo è possibile ottenere una maggiore efficacia terapeutica, con minor rischio di inadeguatezza nutrizionale, e una migliore gestione della pressione arteriosa e dei livelli di potassio e fosforo nel sangue.

Nel video:

  • Loreto GESUALDO
    Nefrologo del Policlinico di Bari
  • Giuseppe VANACORE
    Presidente ANED-Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto
  • Michele Tota
    Paziente
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