Il Lupus Eritematoso Sistemico (LES) è una malattia infiammatoria cronica autoimmune, che si manifesta con lesioni infiammatorie. Può colpire qualsiasi tessuto o organo nello stesso paziente: da qui l’aggettivo sistemico. Ad oggi non esiste una causa specifica della malattia.
Le terapie finora disponibili non offrivano un controllo completo dei sintomi. Oggi però è disponibile la prima terapia espressamente mirata per il Lupus Eritematoso Sistemico, che recentemente ha ottenuto anche un’indicazione specifica per chi soffre di complicanze renali legate al lupus.
Di fatto circa il 40% dei pazienti con LES è destinato a sviluppare una patologia renale (glomerulonefrite) entro due anni dalla diagnosi di LES.
In Italia, e non solo, oggi, è possibile agire espressamente su questa condizione con una medicina di precisione: belimumab è un anticorpo monoclonale somministrabile sia per via endovenosa che sottocutanea, i cui dati clinici denotano un elevato profilo di efficacia e sicurezza e che lo specialista può impiegare in base alle caratteristiche e alle necessità del paziente. Belimumab, con questa nuova indicazione, si conferma come una vera e propria rivoluzione nel trattamento del LES: oltre ad essere stato il primo farmaco a rendersi disponibile per questa patologia dopo 50 anni di sostanziale assenza di terapie specifiche per il LES, oggi rappresenta anche il primo monoclonale che può essere somministrato in caso di nefrite lupica.
Belimumab è il capostipite di una nuova classe di farmaci, gli inibitori BLyS-specifici. Viene somministrato attraverso infusione endovenosa lenta oppure attraverso formulazione sottocute ed è prodotto per tutto il mondo nello stabilimento GSK di Parma, un centro di eccellenza mondiale per la produzione di antivirali e anticorpi monoclonali che produce anche sotrovimab, per il trattamento della malattia da SARS-CoV-2.
L’indicazione al trattamento con belimumab per la nefrite lupica nasce da una serie di studi condotti in tutto il mondo, ma belimumab è un farmaco frutto della ricerca italiana, che viene prodotto nel sito GSK di Parma e distribuito in tutto il mondo.
“La glomerulonefrite lupica è la forma più diffusa e grave dell’interessamento renale della patologia, presente in oltre 40% dei pazienti – afferma Stefano Bianchi, Presidente Società Italiana di Nefrologia (SIN) e Nefrologia e Dialisi ASL Toscana nord-ovest. Nella metà di loro può avere conseguenze gravi ed essere causa di insufficienza renale, con possibile evoluzione verso la dialisi o addirittura il trapianto. Riconoscere prima possibile questa condizione è fondamentale per giungere a trattamenti mirati nefroprotettivi, nell’interesse del paziente”. Come se non bastasse, va detto che questa condizione spesso è silente da un punto di vista soggettivo e pertanto deve sempre essere ricercata, fin dal momento della diagnosi di LES.
Nel video:
- Stefano BIANCHI, Presidente SIN-Società Italiana di Nefrologia
- Barbara GRASSI, Direttore Medico Scientifico GSK